secchezza delle fauci - Studio Motta Jones Rossi & Associati

Cause e rimedi della secchezza delle fauci e della scarsa salivazione

Quando si avverte la sensazione di “bocca secca” ovvero di secchezza delle fauci si soffre di quella che in medicina è conosciuta come xerostomia. La xerostomia può degenerare anche in iposcialia. Si tratta in ogni caso di problemi legati alla scarsa salivazione.

La saliva è un elemento di grande importanza per il nostro organismo. Svolge funzioni basilari di protezione della salute del cavo orale. Nella saliva sono presenti enzimi come lipasi e alfa-amilasi, i quali contribuiscono attivamente alla digestione. Questo elemento, inoltre, lubrifica la bocca, protegge i denti e le mucose e favorisce la fonazione. La saliva contrasta anche l’azione di germi e batteri perché contiene perossidasi, immunoglobuline di tipo A e lisozima.

PRINCIPALI CAUSE DELLA SECCHEZZA DELLE FAUCI O “BOCCA SECCA”

L’iposcialiasi si può verificare a causa di fattori di diverso genere. Alcuni dei fattori scatenanti più frequenti sono:

  • febbre e episodi di disidratazione;
  • ostruzioni nasali che costringano alla respirazione con la bocca;
  • assunzione di farmaci neurolettici o antistaminici;
  • tabagismo;
  • consumo eccessivo di alcol;
  • periodi di forte stress;
  • ansia;
  • diabete;
  • sclerosi multipla a placche;
  • morbo di Parkinson;
  • Alzheimer;
  • sindrome di Sjogrens;
  • patologie autoimmuni;
  • tumori;
  • diabete;
  • radioterapia e chemioterapia;
  • scialodochiti;
  • scialolitiasi.

Queste cause portano alla disfunzione delle ghiandole salivari maggiori, responsabili della secrezione salivare. Quando la secchezza della bocca si accompagna ad un aumento della sudorazione e alla magrezza eccessiva, questa può essere segnale d’allarme dell’ipertiroidismo.

SINTOMI E DIAGNOSI DELLA SECCHEZZA DELLE FAUCI

Uno dei sintomi più frequenti di xerostomia e iposcialia è che si sente la bocca pastosa e secca. Nei casi gravi si può arrivare ad avere difficoltà ad assumere cibo e a parlare. Quando si ha la bocca secca, inoltre, si beve spesso e non ci si sente mai realmente dissetati. Altri tipici sintomi sono:

  • alitosi,
  • percezione alterata dei sapori,
  • difficoltà nella masticazione,
  • difficoltà nella deglutizione,
  • gola secca,
  • bruciore alla lingua.

Il dentista può effettuare una diagnosi della iposcialia attraverso un esame della presenza di:

  • mucose atrofiche;
  • candidosi;
  • carie diffuse;
  • infezioni

RIMEDI PER LA XEROSTOMIA

Quando si presenta il problema della bocca secca è molto importante rivolgersi al dentista per la corretta diagnosi della xerostomia e dell’iposcialia. Il medico procederà con una verifica accurata della funzionalità delle ghiandole salivari maggiori. Stabilita la causa e individuato il comportamento scatenante della malattia, verrà indicato come evitarlo e, in alcuni casi, verranno prescritti dei farmaci. Solitamente i dentisti prescrivono medicinali che favoriscono la secrezione salivare, per accelerare il processo di guarigione.

Idratarsi e bere molta acqua contribuisce ad alleviare la sensazione di bocca secca, indipendentemente dalla causa. Sono molto importanti anche:

  • l’assunzione di sali minerali,
  • la corretta igiene del cavo orale,
  • l’assunzione di frutta e verdura,
  • umidificazione degli ambienti in cui soggiorna.

È utile risciacquare la bocca con un collutorio specifico e applicare umettanti artificiali in spray.

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Come prevenire il problema della xerostomia

Chi soffre frequentemente di episodi di bocca secca e scarsa salivazione, può fare particolare attenzione ad evitare alcuni comportamenti che favoriscono tale disfunzione. Alcune abitudini viziate da evitare per diminuire le possibilità di comparsa della malattia sono:

  • il fumo,
  • la respirazione con la bocca aperta anziché con il naso,
  • la scarsa assunzione di liquidi,
  • l’eccessiva assunzione di alcool.
stomatite cure e rimedi

Cure e rimedi per la stomatite

Col termine stomatite ci si riferisce ad un processo infiammatorio che si manifesta nel cavo orale. La stomatite colpisce indistintamente maschi e femmine, giovani o adulti, può essere acuta o cronica, diffusa o localizzata. Le zone del cavo orale maggiormente colpite da questo problema sono: il palato, la superficie interna delle guance, la lingua, le labbra e le gengive. Le manifestazioni tipiche dell’infiammazione nella mucosa del cavo orale sono:

  • gengiviti;
  • ulcere o afte della bocca che causano dolore;
  • glossiti;

Il forte fastidio causato dalla stomatite può provocare un calo dell’appetito e dolore durante l’assunzione di cibo. La conseguente variazione della dieta altera dunque lo stato nutrizionale portando a disidratazione e malnutrizione.

Cosa fare – ⬆️

Sebbene la stomatite sia tendenzialmente classificata come un disturbo lieve, è opportuno riconoscere tempestivamente questa malattia. Il processo infiammatorio infatti risulta estremamente fastidioso e si può aggravare se non viene curato immediatamente. I sintomi sono: dolore durante l’assunzione di cibo, quando si parla e quando si lavano i denti e aumento della sensibilità al caldo e al piccante. Compaiono tipicamente anche rossore, gonfiore, pustole, afte e possono esserci perdite di sangue.

Con l’aiuto del dentista si deve fare attenzione a distinguere le ulcere labiali contagiose causate dall’Herpes simplex dalle afte della stomatite. Può aiutare l’utilizzo di collutori antisettici per disinfettare la bocca. In alcuni casi, si possono assumere di farmaci da banco che alleviano i sintomi (vedi oltre).

NB. La diagnosi spetta al medico

Tra le cose da fare è importante identificare le cause scatenanti e riconoscere eventuali stomatiti idiopatiche, per procedere col trattamento idoneo. Le cause della stomatite possono essere:

  • allergie o intolleranze alimentari. In tal caso si dovrà eliminare l’allergene o la molecola che provoca la reazione;
  • carenze nutrizionali che richiedono una dieta mirata;
  • stress fisico e mentale che richiede una correzione dello stile di vita;
  • abbassamento delle difese immunitarie della bocca;
  • malattie più importanti autoimmuni o che riguardano il sistema endocrino ed il metabolismo;
  • assunzione di alcuni farmaci;
  • agenti irritanti a livello chimico o fisico, come ad esempio le protesi dentarie mobili;
  • presenza di un polimorfismo genetico che aumenta la concentrazione di IL-1 e TNF-alfa scatenando l’infiammazione della stomatite;
  • infezioni da batteri, funghi o virus, anche peggiorate da scarsa igiene orale.
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Cosa non fare – ⬆️

  • Trascurare la comparsa dei primi segnali e rischiare che la malattia si aggravi;
  • cercare di diagnosticare da soli la malattia e di distinguerla dall’Herpes simplex senza rivolgersi al dentista. In tal modo si rischia di seguire una terapia inadeguata e peggiorare l’eventuale presenza di Herpes;
  • evitare di effettuare i test per la diagnosi di allergie e intolleranze;
  • continuare ad usare prodotti che hanno causato la malattia;
  • seguire una dieta alimentare disordinata, che può provocare carenze nutrizionali;
  • persistere in condizioni di forte stress psico-fisico;
  • trascurare eventuali problemi al sistema endocrino, malattie autoimmuni e del metabolismo;
  • assumere farmaci di cui notoriamente si ha scarsa tolleranza;
  • fare uso di prodotti irritanti a livello chimico o fisico;
  • trascurare la quotidiana e corretta igiene orale;
  • trascurare la terapia farmacologica prescritta dal dentista;
  • assumere cibi e bevande che facilitano la comparsa della malattia;
  • fumare

Cosa mangiare – ⬆️

Numerosi alimenti sono ricchi di nutrienti utili all’organismo. La loro assenza dalla dieta può favorire la comparsa della stomatite. Alcuni nutrienti che aiutano il sistema immunitario sono:

  • Vitamina C presente in alimenti come lattuga, peperoni, broccoli, cicoria, patate novelle, cappuccio, pomodori, agrumi, kiwi, ciliegie, ananas, fragole, prezzemolo, ecc.;
  • Acido folico presente nel fegato, in vari ortaggi, in frutta e legumi;
  • Zinco presente nel pesce, nei cereali, nei legumi, nella carne rossa, nella frutta secca;
  • Ferro presente nelle uova, nel tessuto muscolare di animali e pesci, nelle frattaglie;
  • Probiotici presenti negli alimenti fermentati come yogurt, latticello, tofu, tempeh;
  • Vitamina B12 presente nei medesimi alimenti che contengono maggiormente il ferro;
  • Vitamina B5 presente nelle frattaglie, nelle uova, nei funghi, nei cereali integrali;
  • Vitamina B1 presente nel fegato, nel rene, nei legumi e nei cereali integrali;
  • Vitamina PP presente nei cereali, nella carne e nei prodotti della pesca;

Vitamina D presente nel pesce, nell’olio di pesce e nel tuorlo dell’uovo.

Cosa non mangiare – ⬆️

Alcuni alimenti favoriscono l’insorgenza della stomatite e ne peggiorano la sintomatologia:

  • alcool;
  • caffè;
  • cibi e bevande molto caldi;
  • alimenti piccanti;
  • glutine, per chi soffre di celiachia

Cure e rimedi naturali – ⬆️

Determinati integratori alimentari nonché piante ad azione officinale e rimedi fitoterapici facilitano la scomparsa dei sintomi della stomatite. Vediamo quali prodotti dell’erboristeria possono aiutare a prevenire l’insorgenza della malattia:

  • estratti o tisane di piante immunostimolanti come Androgafis, Astragalo, Echinacea, Eleuterococco, Vischio, Uncaria, Cordyceps, Aglio, Aloe gel, Curcuma;
  • Calendula, per un’azione antiflogistica e cicatrizzante;
  • Ribes, dal potere antinfiammatorio;
  • Rosa canina, ad alto contenuto di vitamina C;
  • Limone, disinfettante e ad alto contenuto di vitamina C;
  • Propoli, come antisettico;
  • Vitamina C, dalle proprietà immunostimolanti e antiossidanti;
  • Vitamina D, potente immunostimolante;
  • Probiotici, a base di lattobacilli e bifidobatteri.
Stomatite - Studio Motta Jones, Rossi & Associati

Stomatite – Studio Motta Jones, Rossi & Associati

Cure farmacologiche – ⬆️

I farmaci più comunemente prescritti per trattare il problema sono:

  • collutori medicati che contengono molecole specifiche quali
  • Desametasone, un corticocosteroide che attenua i sintomi,
  • Tetraciclina, un antibatterico che inibisce la sintesi proteica,
  • Nistatina, un antibiotico che inibisce le funzioni della membrana citoplasmatica,
  • Difenidramina, un antistaminico e anestetico locale;
  • Pomate antinfiammatorie quali
  • Desametasone,
  • Triamcinolone,
  • Amlexanox;
  • Antibiotici, antimicotici o antivirali prescritti dal medico quando c’è infezione;
  • Anestetici e antidolorifici, per alleviare il dolore causato dalla lesione, quali
  • Sucralfato,
  • Lidocaina,
  • Medicamenti protettivi o di barriera.

Prevenzione – ⬆️

Quando si conoscono le cause scatenanti della stomatite in un paziente che ne soffre con frequenza, è importante prendere alcuni accorgimenti:

  • eseguire una quotidiana e accurata igiene orale;
  • usare un collutorio;
  • usare lo spazzolino da denti ed il dentifricio;
  • seguire una dieta alimentare equilibrata e priva di molecole non tollerate;
  • limitare il consumo di alcolici;
  • limitare lo stress chimico e fisico;
  • non fumare.

Trattamenti medici – ⬆️

Non esistono specifici trattamenti medici della stomatite. Alcuni interventi di correzione dei denti vengono presi in considerazione nei pazienti in cui la stomatite è una delle conseguenze di problemi collegati alla dentatura.

Stomatite cure

Stomatite: cure, diagnosi e prevenzione

Cos’è la Stomatite?

La stomatite è un’infiammazione che colpisce la mucosa della bocca; le cause sono di varia natura: chimica, infiammatoria, batterica, meccanica, funghi, virus, malattie sistemiche (autoimmuni, metaboliche, etc…). Tutti questi fattori possono favorire le infezioni del cavo orale, che in tal modo si infiamma e genera i classici disturbi della stomatite.

Stomatite - Studio Motta Jones, Rossi & Associati

Stomatite – Studio Motta Jones, Rossi & Associati

Diagnosi – ⬆️

Riconoscere i segni clinici ed effettuare la corretta diagnosi della stomatite

La diagnosi della stomatite si effettua analizzando i sintomi clinici e la storia clinica del paziente. Chi soffre di stomatite, in genere, avverte una sensazione di bruciore ed una forte sensibilità quando ingerisce alimenti molto caldi o molto freddi, nonché sensibilità quando assume alimenti irritanti.

Quando si è affetti da stomatite è necessario consultare il proprio dentista per individuare le cause dell’infiammazione e trattarla nel modo migliore. In questo modo si eviterà l’insorgere di disturbi secondari associati alla malattia ed alla sua cronicizzazione. Il dentista attraverso l’esame della cavità orale potrà escludere cause locali, come lesioni provocate dagli apparecchi dentali mobili o dalle protesi dentarie.

Tramite la diagnosi della stomatite si accerta:

  • la durata e la ricorrenza dei sintomi,
  • la presenza ed il livello di dolore,
  • la correlazione tra i sintomi ed il cibo o i farmaci assunti oppure l’esposizione a sostanze chimiche.

L’anamnesi deve appurare le condizioni note che potrebbero aver causato lesioni alla bocca come l’infezione da herpes simplex ed i fattori di rischio come diabete, assunzione di immunosoppressori, cancro, infezioni da HIV.

Il dentista durante la diagnosi della stomatite registrerà l’elenco degli eventuali farmaci utilizzati dal paziente e appurerà se sia stato sottoposto a radioterapia o chemioterapia.

Chi soffre di stomatite dovrà anche informare il medico sull’eventuale consumo di tabacco.

L’esame obiettivo del paziente comprende:

  • l’ispezione del cavo orale per accertare la presenza, la collocazione e la natura delle lesioni, tramite esame e palpazione di guance, palato duro e molle, lingua, labbra, linfonodi cervicali e sottomandibolari;
  • controllo delle altre superfici mucose, per individuare l’eventuale presenza di eritema, eruzioni cutanee, edema, desquamazioni;
  • la valutazione dello stato di salute generale del paziente.
Stomatite - Studio Motta Jones, Rossi & Associati

Stomatite – Studio Motta Jones, Rossi & Associati

Tramite l’esame obiettivo si ricercano eventuali possibili cause anche a livello sistemico. Ad esempio: irritazione oculare, lesioni genitali, diarrea cronica e debolezza, perdita di peso.

In genere sono tipici di una stomatite sintomi come: bolle sulla pelle, presenza di febbre alta, infiammazione agli occhi e sistema immunitario compromesso. Tali stomatiti sistemiche devono essere trattate immediatamente in maniera specifica.

Test diagnostici e interpretazione

Se il medico lo ritiene opportuno può prescrivere al paziente dei test diagnostici a seguito dell’esame clinico. Questi permetteranno di riscontrare segni tipici della stomatite o eventuali fattori di rischio. Non si tratta di indagini eseguite comunemente ma sono raccomandate in modo particolare quando la malattia diventa cronica o sistemica. Le analisi che si possono effettuare sono:

per chi soffre di stomatite ricorrente, analisi microbiologica mediante coltura, determinazione della ferritina, sideremia, vitamina B12, zinco e acido folico, ricerca degli anticorpi anti-endomisio per la diagnosi della celiachia, biopsia delle lesioni se queste non hanno una eziologia evidente.

Più specifiche sono analisi di laboratorio come:

  • Test di Tzanck. Si tratta di un esame al microscopio dello striscio di materiale prelevato da una vescicola, che permette di distinguere affezioni come herpes simplex, herpes zoster, varicella e pemfigo;
  • coltura per herpes simplex virus;
  • test sierologico per la sifilide;
  • immunofluorescenza per stabilire se si tratti di stomatite aftosa ricorrente o di patologie cutanee bollose.

I risultati degli esami effettuati tramite biopsia e analisi permettono di evidenziare eventuali patologie ematologiche, carcinoma orale e vasculite.

Trattamento – ⬆️

Al fine di individuare la terapia corretta, è necessario accertare la causa specifica dell’insorgenza della stomatite. Il trattamento delle stomatiti varia a seconda della tipologia di infiammazione, dei sintomi e dell’insieme di fattori che hanno originato il disturbo.

La stomatite generalmente si cura con farmaci da banco che permettono di alleviare i sintomi dell’affezione:

  • la tetraciclina, un antibatterico che inibisce la sintesi proteica;
  • farmaci antisettici, utili per disinfettare la cavità orale;
  • in caso di infezione e su indicazione del dentista, antimicotici, antibiotici e antivirali;
  • anestetici ed antidolorifici, per attenuare il dolore causato dalle lesioni.

Il trattamento della stomatite in genere è rivolto alla causa specifica, mentre a livello locale si prescrive l’applicazione di farmaci corticosteroidei e l’utilizzo di collutori antisettici. Alcune tipologie di collutori sono più indicate per la cura della stomatite, poiché contengono principi attivi ed ingredienti efficaci per trattare i segni comparsi a seguito dell’insorgenza della stomatite. Alcuni esempi di componenti attivi utili a tale scopo sono:

  • il desametasone, un corticosteroide che allevia i sintomi tipici dell’infiammazione quali gonfiore, dolore e bruciore;
  • il difenidramina, un antistaminico ed anestetico locale;
  • la nistatina, un antibiotico che inibisce le funzioni della membrana citoplasmatica, si lega alla membrana del patogeno e ne induce la neutralizzazione.

I collutori che contengono questi principi attivi in genere devono essere prescritti dal medico e risultano essere un rimedio efficace per il trattamento della stomatite.

Altri trattamenti a livello locale si effettuano utilizzando:

  • medicamenti protettivi o di barriera;
  • farmaci anti-infiammatori come triamcinolone, amlexanox e desametasone;
  • cauterizzazione chimica o fisica;
  • anestetici come lidocaina e sucralfato.

Se si soffre di stomatite può essere utile adottare alcuni accorgimenti ai primi sintomi:

  • evitare l’assunzione di eventuali sostanze che hanno già causato la stomatite al paziente;
  • effettuare con maggior attenzione e cura la quotidiana igiene orale con dentifricio e filo interdentale, per prevenire l’insorgere di infezioni secondarie;
  • evitare l’assunzione di alcol e caffè e l’uso di tabacco.

Rimedi naturali – ⬆️

Chi predilige i rimedi naturali e fitoterapici può provare ad utilizzare alcune piante medicinali che contribuiscono efficacemente alla cura della stomatite:

Descrizione Attività principale
Ribes Azione anti-infiammatoria
Calendula Antiflogistica e cicatrizzante
Vitamina C Antiossidante e immunostimolante, accelera la cicatrizzazione delle ulcere della bocca
Limone Disinfettante
Propoli Antisettica
Rosa canina Elevata concentrazione di vitamina C

In presenza di un’infezione del cavo orale è importante mantenere un buono stato di salute e adottare una dieta adeguata. Alcuni cibi si possono assumere ogni giorno per rafforzare il sistema immunitario come carote, arance, cavoli, limone, albicocche, miele e mirtilli. Affinché l’assunzione di cibo non contrasti gli effetti della cura della stomatite, è opportuno evitare l’assunzione di: alcol, caffè, zucchero, cioccolato, cereali raffinati, carni rosse, bevande e alimenti molto caldi.

Prevenzione – ⬆️

Per prevenire le stomatiti la prima abitudine importante è quella di eseguire ogni giorno una corretta igiene orale: i denti vanno puliti dopo ogni pasto e la bocca si può disinfettare con un collutorio.

Al fine di evitare la comparsa di malattie del cavo orale è fondamentale fare attenzione ai fattori di rischio descritti ed anche seguire una dieta alimentare equilibrata, limitando il consumo di alcolici. Smettere di fumare è un altro passo importante per evitare l’insorgenza della stomatite.

Stomatite

Stomatite. Cause, sintomi e definizione

Definizione – ⬆️

La stomatite consiste in un processo infiammatorio, acuto o cronico, che si presenta nella cavità orale di persone di tutte le età. Si può manifestare in una sede specifica della mucosa orale oppure in modo diffuso. La stomatite dà diversi sintomi all’interno della bocca: arrossamento, ulcere orali (afte), gonfiore, sanguinamento. Tali segni si associano ad una sensazione di dolore quando si mangia, quando si parla e mentre si lavano i denti.

La stomatite si presenta sul tessuto di rivestimento della cavità orale: può manifestarsi nelle guance, nelle labbra, sul palato, sulle gengive, sulla lingua. Spesso è associata a piccole ulcere che causano dolore e vengono comunemente chiamate afte della bocca.

Forme di stomatite – ⬆️

A seconda della zona del cavo orale coinvolta, possono manifestarsi anche disturbi secondari come: glossiti (sulla lingua), gengiviti e cheiliti (sulle labbra). Quando le lesioni che compaiono con le stomatiti sono estremamente dolorose, può diventare difficoltoso persino assumere cibo. Ne conseguono malnutrizione e disidratazione.

Se si soffre di stomatiti con una certa frequenza, è opportuno analizzare quali possano essere i fattori scatenanti. Solitamente i più comuni risultano intolleranze alimentari, allergie, carenze nutrizionali, condizioni di elevato stress.

Tipologie di stomatite

Le tipologie più comuni di stomatite sono:

  • Stomatite da antibiotici,
  • Stomatite erpetica,
  • Stomatite di origine tossica,
  • Stomatite aftosa,
  • Stomatite catarrale,
  • Stomatite ulcerosa,
  • Stomatite di Vincent,
  • Stomatite da nicotina.
Stomatite - Studio Motta Jones, Rossi & Associati

Stomatite – Studio Motta Jones, Rossi & Associati

Sintomi – ⬆️

L’infiammazione della stomatite di solito è dolorosa. Il fastidio si può avvertire sia localizzato in alcuni punti, sia come bruciore diffuso. Masticando e mangiando questo dolore aumenta. I sintomi più frequenti associati alla stomatite sono:

  • comparsa di afte,
  • mucosa orale arrossata,
  • comparsa di pustole.

A questi sintomi generali si aggiungono spesso altri segni come: gengive che sanguinano, alitosi, maggiore secrezione salivare, febbre e linfonodi ingrossati.

Le stomatiti si devono distinguere dall’herpes simplex che causa la comparsa di ulcere labiali. Le vescicole dovute all’infezione del virus dall’herpes simplex si localizzano esternamente alla cavità orale, ad esempio intorno alle labbra, sul mento o dentro alle narici e sono anche contagiose.

Pustole e afte associate alla stomatite non si possono invece trasmettere.

Cause – ⬆️

Nella mucosa orale risiedono numerosi batteri saprofiti e patogeni, che in determinate quantità possono agevolare l’insorgere di infiammazioni. Il normale flusso di saliva di solito riesce a proteggere la mucosa dagli attacchi fisici, meccanici e chimici.

L’insorgere della stomatite, in alcuni casi, coincide con una diminuzione delle difese immunitarie del cavo orale che favorisce la proliferazione di batteri, virus o funghi. Eventuali carenze nutrizionali o  disturbi del sistema endocrino possono agevolare tale deficit. Altre cause delle stomatiti possono essere una reazione allergica o il contatto con sostanze irritanti. Oltre alle manifestazioni delle stomatiti localizzate sull’epitelio, alcune malattie sistemiche facilitano la comparsa dei disturbi tipici della stomatite. La stomatite può essere anche considerata una malattia idiopatica (ovvero, talvolta compare senza cause esterne evidenti).

Stomatite - Studio Motta Jones, Rossi & Associati

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I principali fattori che facilitano la comparsa della stomatite possono essere di diversa natura:

  • Malattie infettive,
  • Composizione della saliva alterata,
  • Scarsa igiene orale,
  • Alterazioni metaboliche.

Le più comuni cause della stomatite includono:

  • Infezioni batteriche
    • Actinomicosi orale
    • Gengivite acuta ulcerativa necrotizzante
    • Gonorrea
    • Sifilide
    • Tubercolosi
  • Infezioni fungine
    • Infezioni da candida
    • Criptococcosi (micosi provocata dal Cryptococcus neoformans)
    • Coccidiomicosi (micosi sistemica causata dal fungo Coccidioides immitis)
    • Mucurmicosi
    • Blastomicosi (micosi sistemica dovuta al Blastomyces dermatitidis)
  • Infezioni virali
    • Herpes simplex (infezione primaria, soprattutto nei bambini)
    • Herpes simplex (infezione secondaria, herpes labiale su labbra o palato)
    • Varicella-zoster virus (infezione primaria del virus herpetico di tipo 3, che causa la varicella)
    • Herpes zoster (per riattivazione del Varicella-zoster virus latente, chiamato comunemente “fuoco di Sant’Antonio”)
    • Altre infezioni: coxsackievirus, citomegalovirus, virus di Epstein-Barr, HIV, condilomi acuminati, influenza, rosolia
  • Malattie sistemiche
    • Diabete
    • Celiachia
    • Immunodeficienza
    • Sindrome di Behçet
    • Malattie infiammatorie intestinali
    • Carenze nutrizionali
    • Carenza di ferro
    • Carenza di vitamina B3 (pellagra)
    • Carenza di vitamina C (scorbuto)
    • Leucemia
    • Disordini piastrinici
    • Neutropenia ciclica
    • Malattia di Kawasaki
    • Sindrome di Stevens-Johnson
    • Porpora trombotica trombocitopenica
    • Pemfigo volgare
    • Eritema multiforme
  • Farmaci
    • Antibiotici (prolungati trattamenti con penicillina, tetraciclina, cloramfenicolo..)
    • Anticonvulsivi
    • Barbiturici
    • Farmaci chemioterapici
    • Farmaci anti-infiammatori non steroidei (FANS)
  • Agenti irritanti la mucosa orale, irritazioni di natura fisica e reazioni allergiche
    • Cibi acidi o irritanti (esempio: alimenti piccanti o speziati)
    • Assunzione di alimenti e/o bevande troppo calde (provocano scottature nella cavità orale)
    • Apparecchi dentali e/o protesi inadeguate o con bordi taglienti (che possono provocare traumi persistenti)
    • Esposizione professionale a coloranti, vapori acidi, metalli pesanti (esempio: mercurio, bismuto, piombo)
    • Consumo eccessivo di alcool
    • Tabacco (la stomatite nicotinica colpisce in particolare i fumatori di pipa)
    • Dentiere che si adattano male
    • Traumi (esempio: morsi all’interno della bocca o alla lingua; lavaggio troppo vigoroso dei denti)
    • Ipersensibilità di tipo IV (per reazioni a ingredienti di dentifricio, collutorio, caramelle, coloranti o rossetti)
  • Altre
    • Cancro orale
    • Xerostomia (nota anche come secchezza delle fauci)
    • Sindrome della bocca urente (sindrome della bocca che brucia o stomatopirosi)
    • Lichen planus (malattia mucocutanea di origine immunitaria)
    • Stomatite aftosa ricorrente
    • Radioterapia
    • Chemioterapia
    • Condizioni di stress e di ansia

Fattori di Rischio – ⬆️

I principali fattori che favoriscono le stomatiti sono:

  • Carenze alimentari,
  • Malattie sistemiche croniche,
  • Immunodeficienza,
  • Scarsa igiene orale,
  • Traumi,
  • Protesi inadeguate,
  • Chemioterapia e radioterapia.

Uno specifico polimorfismo genetico può, inoltre, determinare elevate concentrazioni di IL-1 e TNF-α, predisponendo all’insorgenza della stomatite aftosa ricorrente.

Malattia parodontale schema

Cos’è la malattia parodontale? Ecco come riconoscerla e curarla

Spesso ci si riferisce alla malattia parodontale anche con i termini parodontite e piorrea. Si tratta di una malattia dentale di origine batterica che innesca un processo infiammatorio. Colpisce in Italia circa il 60% della popolazione ed in modo particolare le persone di età compresa tra i 35 ed i 44 anni. Quasi il 10% degli italiani soffre di forme avanzate della patologia (dati). L’aspetto più insidioso di questa patologia è che agisce in modo poco evidente e se non viene prontamente curata, porta alla distruzione del tessuto di sostegno dei denti. L’apparato di sostegno del dente, ovvero il parodonto, è costituito da:

  • osso alveolare,
  • gengiva,
  • fibre elastiche,
  • cemento radicolare.

Inizialmente l’infiammazione che accompagna la parodontite interessa in genere le gengive e si manifesta come gengivite. Il segnale più frequente di questa flogosi è il sanguinamento.

Sintomi della malattia parodontale

L’insorgere di questa malattia purtroppo avviene spesso in maniera asintomatica. Quando le gengive sono infiammate perdono la loro naturale consistenza duro-elastica e la colorazione rosata e presentano rossori e gonfiori. Questo è uno dei sintomi da tenere in considerazione. I segnali da non sottovalutare nell’auto diagnosi della malattia del parodonto o piorrea, sono inoltre:

  • alito cattivo,
  • sapore anomalo nel cavo orale,
  • sanguinamento gengivale spontaneo o allo spazzolamento o quando si masticano cibi duri,
  • recessione della gengiva,
  • mobilità dei denti.

Molti pazienti si accorgono di avere un problema solo quando comincia la mobilità dentale. Questa, se non trattata adeguatamente, degenera fino alla caduta dei denti.

In presenza di uno o più di uno di questi sintomi, una visita odontoiatrica è fondamentale per una corretta diagnosi. La diagnosi precoce consente di effettuare il trattamento corretto. Poter intervenire quando i tessuti parodontali non sono ancora compromessi può allungare il tempo di permanenza dei denti nella bocca.

Cause della malattia parodontale

Questa malattia ha una origine multifattoriale e le principali cause sono la predisposizione genetica, i batteri ed il fumo. Le gengiviti trascurate sono tra le cause che portano spesso ad una retrazione del solco gengivale a seguito della quale si formano le tasche parodontali. Se non si interviene immediatamente, i germi anaerobi si moltiplicano e l’infiammazione si estende al parodonto e alle ossa che sostengono i denti. Le tossine prodotte aggrediscono le cellule dei tessuti parodontali, compresi gli osteoblasti.

Malattie delle gengive - Parodontite: sintomi, cause e terapie per la cura -Studio Dentistico Motta Jones Rossi - Milano Centro

Malattie delle gengive – Parodontite: sintomi, cause e terapie per la cura -Studio Dentistico Motta Jones Rossi – Milano Centro

Malattia parodontale e prevenzione

Un controllo periodico con un sondaggio parodontale è il miglior strumento di prevenzione per intervenire immediatamente ed evitare il degenerare della malattia. Il sondaggio è un test indolore che misura il grado di danneggiamento dei tessuti gengivali e dei tessuti parodontali. Oltre agli esami preventivi che si possono effettuare presso lo studio dentistico di fiducia, ci sono degli accorgimenti da prendere quotidianamente.

La pulizia regolare del cavo orale e dei denti con spazzolino e filo interdentale è di fondamentale importanza per prevenire l’insorgere di malattie. L’astensione dal fumo inoltre può contribuire a ridurre il rischio di infezioni poiché le tossine presenti nel fumo facilitano l’azione dannosa dei batteri. Lo stress e le condizioni che abbassano le difese immunitarie dell’organismo sono un altro fattore che incide nella comparsa di malattie dei denti.

Cura della malattia parodontale

Il controllo della placca batterica sopragengivale e sottogengivale e l’eventuale assunzione di farmaci locali o sistemici sono gli strumenti principali per evitare il degenerare della malattia parodontale. In alcuni casi possono essere necessarie anche più sedute di detartrasi presso lo studio dentistico. Questa va completata con la lucidatura delle superfici strumentate tramite spazzolini o coppette con pasta pomice. La pulizia degli spazi interdentali può essere rifinita con strisce abrasive.

La levigatura radicolare è una tipologia di igiene professionale specifica per la rimozione del tartaro sottogengivale. Questa può essere eseguita:

  1. a “cielo chiuso”, ovvero senza effettuare lo scollamento della gengiva;
  2. a “cielo aperto”, ovvero effettuando il sollevamento dei lembi gengivali per migliorare l’accesso al sito da trattare.
Tasche parodontali e tasche gengivali

Tasche parodontali e tasche gengivali: vediamo di cosa si tratta e come si curano

La definizione di tasche parodontali si riferisce alle tasche che si formano quando la profondità del solco gengivale aumenta. Il solco gengivale è un canale stretto e poco profondo che si trova ai lati del dente. In condizioni normali quindi, il tessuto osseo e quello della gengiva si adattano perfettamente attorno ai denti. In presenza della malattia parodontale, invece, l’estensione dell’infiammazione in profondità determina la distruzione ossea e la formazione delle tasche gengivali. Queste ultime divengono sempre più profonde, rendendo disponibile un più ampio spazio per la crescita dei batteri che si accumulano ed avanzano in profondità. In tal modo l’igiene orale domiciliare e professionale non sono più sufficienti a rimuovere i batteri. In casi più gravi la parte di osso danneggiata è tale da dover ricorrere all’estrazione dentale.

Principali cause delle tasche parodontali

Il deposito di placca è la causa principale di questo fenomeno. Se la placca non viene rimossa regolarmente provoca la distruzione dell’epitelio sulcare, il quale per difendersi si sposta più in basso. I batteri provocano solitamente gengiviti, i cui sintomi sono sanguinamenti gengivali. Quando si annidano nella tasca dentale producono tossine che distruggono gli osteoblasti, cellule responsabili della riproduzione dell’osso. Uno dei sintomi di questo stadio della malattia è la mobilità dei denti. Altre cause del formarsi di una tasca dentale possono essere:

  • il fumo,
  • lo stress,
  • la gravidanza,
  • gli squilibri ormonali,
  • le terapie farmacologiche,
  • la carenza di vitamina C e K.

Risulta evidente quindi che la prevenzione è fondamentale per diminuire drasticamente la possibilità che insorga questo problema. Una corretta pulizia dei denti è l’arma migliore per non incorrere nella formazione di tasche gengivali.

Placca batterica - Studio Motta Jones, Rossi & Associati

Placca batterica – Studio Motta Jones, Rossi & Associati

Come si cura la patologia delle tasche parodontali

Vediamo cosa fare in presenza di una tasca parodontale. Il primo passo è recarsi presso uno studio dentistico per una diagnosi corretta:

  • il paziente affetto da malattia parodontale viene sottoposto ad una visita specialistica, che si articola in un esame clinico e radiografico. Questi servono a valutare le condizioni dei tessuti di sostegno del dente necessarie per formulare una diagnosi. Il “sondaggio parodontale” si effettua inserendo una sonda millimetrata tra il dente ed il margine gengivale;
  • completata la visita, viene programmata la cosiddetta fase di terapia causale per il paziente, preposta all’eliminazione di placca e tartaro sopra e sotto gengivale. Si cercherà anche di ottimizzare il metodo da applicare per l’igiene orale domiciliare;
  • attraverso una seconda visita di valutazione si esaminano le condizioni cliniche dei tessuti parodontali ed una eventuale terapia chirurgica. Questa è finalizzata all’eliminazione della tasca gengivale e della placca sotto gengivale e alla ricostruzione dei tessuti parodontali distrutti.
Tasche parodontali e tasche gengivali - Studio Motta Jones, Rossi & Associati

Tasche parodontali e tasche gengivali – Studio Motta Jones, Rossi & Associati

Tipologie di interventi per la cura delle tasche parodontali

Esistono due tipologie di interventi chirurgici per ridurre la profondità della tasca gengivale:

  • il primo tipo di intervento consiste nel riportare la gengiva accostata all’osso per ristabilire i rapporti fisiologici. Il medico discosta i tessuti gengivali per rimuovere i batteri e leviga le superfici ossee alterate dalla malattia;
  • il secondo tipo di intervento permette di recuperare parte del danno rigenerando l’osso e il tessuto gengivale andati perduti ed eliminando la tasca dentale. Il medico procede discostando i tessuti gengivali per rimuove i batteri. In seguito può ricorrere all’applicazione di membrane, innesti di osso o proteine che stimolano i tessuti per aumentare la loro capacità di rigenerarsi.

Benefici dell’intervento di rimozione delle tasche parodontali

È molto importante ridurre la profondità della tasca parodontale ed eliminare i batteri presenti per prevenire il danno causato dalla progressione della malattia parodontale. La sola eliminazione dei batteri potrebbe non essere sufficiente a prevenire la ricomparsa della malattia.

La pulizia di una tasca gengivale profonda risulta più difficile, pertanto è fondamentale ridurne le dimensioni. La riduzione della profondità della tasca parodontale aumenta le probabilità di mantenere i denti sani. Questa naturalmente va associata alle corrette procedure di igiene orale domiciliare e professionale. In tal modo diminuirà il rischio di gravi problemi di salute correlati con la malattia parodontale.

Come prevenire il problema delle tasche parodontali

I primi sintomi della presenza di tasche gengivali sono alitosi, sanguinamento e dolore. Nel momento in cui si cominciano ad avvertire queste tipologie di fastidi in genere la malattia è già ad uno stadio avanzato. Molto spesso la presenza iniziale di una tasca parodontale, infatti, non dà alcun particolare sintomo. Per questo motivo è molto importante mantenere la buona abitudine di effettuare controlli periodici frequenti dal proprio dentista di fiducia. Nell’ipotesi in cui il dentista riscontri la presenza di tasche dentali quando si stanno ancora iniziando a formare, potrà optare per rimedi meno invasivi.

alveolite post estrattiva

Alveolite post estrattiva: sintomi e cura

Una delle conseguenze più comuni degli interventi di estrazione dentale è l’alveolite secca. Questa è provocata dallo scioglimento precoce o distacco completo del coagulo di sangue che fa da rivestimento all’alveolo residuante dall’estrazione  con conseguente esposizione dell’osso ai batteri. Dopo tre o quattro giorni dall’estrazione, può verificarsi un’infezione, dolore e infiammazione. L’alveolite dentale in genere si risolve spontaneamente, ma una cura può essere necessaria per attenuare il dolore. Alcuni soggetti sono più esposti al rischio di questa conseguenza post operatoria. Il fumo, l’assunzione di contraccettivi orali a base di estrogeni, l’uso di corticosteroidi, sono alcuni fattori che possono aumentare le probabilità di incorrere in questa infiammazione. Per tale motivo, prima di procedere ad un’estrazione dentale, è importante effettuare un colloquio accurato con il dentista ed esami preventivi approfonditi. In questi casi, l’alveolite si può prevenire applicando un antibiotico locale prima dell’estrazione.

ALVEOLITE DENTALE: COME RICONOSCERLA

Se a seguito di un’estrazione dentale persistono dolori, il medico dovrà verificare con una radiografia endorale o panoramica  che non si tratti di un ascesso odontogeno. Questo potrebbe anche essere causato da un pezzetto di radice dentale rimasto nell’alveolo. Tramite radiografia si potrà anche escludere che ci sia un’osteomielite, la quale in genere più estesa e accompagnata da febbre. I sintomi dell’alveolite dentale sono:

  • dolore che si diffonde su un lato del viso;
  • aspetto “vuoto” del sito dove è avvenuta l’estrazione dentale;
  • osso visibile dalla ferita aperta sulla gengiva;
  • tumefazione della guancia;
  • gonfiore dei linfonodi nella mascella e sul collo;
  • odore e sapore nauseante nel cavo orale;
  • febbre.

In presenza di questi sintomi a seguito di un’estrazione dentale, non si deve procedere con cure improvvisate e “fai da te”. È fondamentale rivolgersi immediatamente al dentista o recarsi al pronto soccorso per verificare la diagnosi e farsi indicare la cura giusta per l’alveolite dentale.

alveolite - Studio Dentistico Motta Jones, Rossi & Associati

alveolite – Studio Dentistico Motta Jones, Rossi & Associati

Come si forma l’alveolite secca?

A seguito di un’estrazione dentale, il medico applica solitamente un tampone di garza di cotone sterile sull’alveolo residuo da tenere premuto per circa mezz’ora. Questa procedura serve a favorire l’emostasi e la formazione del coagulo. Quest’ultimo ha la funzione di arrestare il sanguinamento e tutelare i tessuti sottostanti e fa da base per la formazione del tessuto di granulazione. Tale tessuto occorre per crearne uno nuovo di tipo osseo nella cavità alveolare. In presenza dell’alveolite secca, invece, il coagulo di sangue che si è creato dopo l’estrazione si disintegra lasciando scoperti i tessuti, i quali si infiammano. La dissoluzione della fibrina presente nel coagulo insieme ai batteri contenuti nella saliva sono alcune cause dell’insorgere dell’alveolite post estrattiva.

CURA DELL’ALVEOLITE DENTALE

La terapia per guarire rapidamente dall’alveolite dentale deve essere indicata dal medico. Spesso viene consigliata l’assunzione di antidolorifici per alleviare il dolore. L’applicazione del ghiaccio esternamente al lato dolorante del viso per 15 minuti, più volte al giorno, può aiutare a tollerare meglio il fastidio. Un rimedio naturale per pulire e lenire sono i risciacqui con acqua salata o soluzione fisiologica dopo ogni pasto. L’utilizzo di una siringa di plastica pulita con la punta ricurva può aiutare a lavare il sito dell’alveolite da più angolazioni. Qualche goccia di olio di chiodi di garofano, applicata con un batuffolo di cotone pulito sulla ferita, può attenuare il dolore. In alcuni casi il dentista prescrive l’assunzione di un antibiotico, generalmente a base di metronidazolo, clindamicina o lincomicina, per abbreviare i tempi di guarigione.
La soluzione più estrema, nel caso in cui l’alveolite post estrattiva non si risolva, è il curettage che consiste nel raschiamento della zona lesa per riformare un nuovo coagulo.

Alveolite post estrattiva: come prevenirla

Eseguire una chirurgia “pulita” è il primo fattore importante per non incorrere nell’alveolite dentale. A conclusione dell’intervento è necessaria un’accurata irrigazione e detersione dell’alveolo. La quotidiana igiene dentale eseguita dal paziente ha il suo peso ed è utile fare un’ablazione del tartaro circa 10 giorni prima dell’estrazione.
Per favorire la corretta guarigione a seguito di estrazione dentale e prevenire l’alveolite è importante seguire alcune indicazioni:

  • evitare cibi duri che necessitino di molta masticazione o secchi e che possano graffiare le mucose. Meglio prediligere, quindi, alimenti liquidi, soprattutto nelle prime 24 ore dopo l’estrazione;
  • evitare di masticare chewing gum e di mangiare alimenti duri, cibi gommosi e piccanti per alcuni giorni al fine di non far insorgere irritazioni e infiammazioni;
  • evitare di bere alcolici;
  • evitare di fumare;
  • l’idratazione a seguito di un intervento è molto importante, quindi è necessario bere molta acqua;
  • evitare di bere liquidi molto caldi o molto freddi.

ALVEOLITE POST ESTRATTIVA: QUANTO DURA?

Il dolore ai denti, purtroppo, è comunemente uno dei meno tollerati. La principale preoccupazione del paziente, in presenza di un’infiammazione dell’alveolo post estrattivo che non si risolva spontaneamente, sono i tempi di guarigione. Stabilire quanto dura un’alveolite non è possibile e la guarigione può variare da persona a persona. Il dentista esperto eseguirà una pulizia dell’alveolo o un curettage. In seguito si dovrà attendere una settimana o due affinché si formi un nuovo coagulo. Sarà necessaria un po’ di tolleranza da parte del paziente e molta cautela nell’assunzione di cibi e nell’eseguire la corretta igiene del cavo orale ogni giorno. Questo permetterà di non incorrere in nuove complicazioni che allunghino ulteriormente i tempi di guarigione dall’alveolite secca.

stomatite aftosa

Cos’è la stomatite aftosa: terapia e sintomi

La stomatite aftosa ricorrente si manifesta nei bambini e negli adulti con delle lesioni fastidiose di piccole dimensioni all’interno del cavo orale, che si presentano ripetutamente nel tempo. L’assunzione di alcuni cibi e forte stress sono alcuni dei principali fattori scatenanti di questa infiammazione che provoca ferite nella bocca. I classici sintomi sono il bruciore seguito dalla comparsa di ulcere sul tessuto molle della bocca. Le ulcere possono comparire sulla lingua, all’interno delle labbra e delle guance, sul palato e sulle gengive. Questo problema è molto diffuso e per alcuni si manifesta con un paio di lesioni, poche volte all’anno. Per altri, invece, è più grave e si manifesta con numerose eruzioni costanti.

stomatite aftosa - Studio Dentistico Motta Jones, Rossi & Associati

stomatite aftosa – Studio Dentistico Motta Jones, Rossi & Associati

ADULTI E BAMBINI, SINTOMI DELLA STOMATITE AFTOSA

La stomatite o gengivostomatite aftosa si riconosce per la particolare intensità del dolore che dura dai 4 ai 7 giorni e anticipa l’arrivo delle ulcere. Queste somigliano a puntini di forma tonda o ovale. Sono di colore arrossato sul bordo e giallo grigiastro al centro. Hanno piccole dimensioni e non hanno l’aspetto delle vesciche come altre tipologie di lesioni del cavo orale. Spesso ne insorgono due o tre contemporaneamente e danno particolare fastidio mentre si mangia o quando si bevono liquidi caldi. I tempi di guarigione delle afte sono di massimo 10 giorni. Solo in casi di forme della patologia più gravi, come avviene nelle persone affette da AIDS, sono di grandi dimensioni e lasciano una cicatrice dopo la guarigione. Un altro sintomo della malattia è l’aumento della secrezione della saliva. Febbre e ingrossamento dei linfonodi si verificano raramente.

CAUSE DELLA STOMATITE AFTOSA

Vediamo quali sono le principali cause della stomatite:

  • i virus erpetici, la candida e gli stafilococchi sono alcuni dei microrganismi patogeni che provocano la stomatite. Questi si presentano soprattutto quando non viene curata l’igiene orale e la pulizia delle eventuali protesi dentarie;
  • l’utilizzo di sostanze antisettiche e le terapie antibiotiche possono contribuire all’insorgere del problema;
  • squilibri ormonali, malattie infettive, intossicazioni, deficit immunitari, carenze vitaminiche, possono dar luogo, tra gli altri sintomi, alle stomatiti;
  • la presenza di bordi taglienti nelle protesi dentarie è tra le cause della stomatite;
  • un’alimentazione povera di vitamine B1, B6 e B12 e non equilibrata può favorire la comparsa delle ulcere.

STOMATITE AFTOSA RIMEDI

I rimedi per la stomatite aftosa sono volti ad alleviare il dolore e non differiscono da quelli usati per la cura delle altre afte orali. L’applicazione dei preparati antisettici a livello locale contribuisce a disinfettare la bocca. Tra i farmaci prescritti comunemente dal dentista ci sono:

  • i collutori a base di clorexidina;
  • corticosteroidi come il desametasone in caso vi siano molte afte o corticosteroidi più blandi in caso ci siano poche afte;
  • compresse di prednisone;
  • farmaci immunosoppressori più forti per i casi più gravi;
  • un farmaco antivirale o antibiotico per i soggetti recidivanti e resistenti ai trattamenti.

Le cure “fai da te” in presenza di stomatite sono pericolose. Il medico, infatti, deve accertarsi che il paziente non soffra anche di un’infezione orale da herpes simplex, prima di prescrivere un corticosteroide.

Rimedi naturali per la stomatite aftosa

In attesa di un controllo dal dentista, si può ricorrere a dei rimedi naturali. Il potere lenitivo, antibatterico e anti infiammatorio delle piante e di altre sostante naturali è riconosciuto da molti. Il vantaggio di questi rimedi è che non richiedono prescrizione medica e non hanno effetti collaterali. Ecco alcuni accorgimenti per alleviare il dolore:

  • tenere una bustina tiepida di tè nero, ricco di acido tannico, sulle ulcere;
  • effettuare sciacqui della bocca con il bicarbonato di sodio, sfruttando le sue proprietà antibatteriche;
  • effettuare sciacqui con succo di limone diluito in acqua;
  • applicare sulle afte un gel a base di aloe vera, che aiuterà a disinfettare, lenire e cicatrizzare;
  • applicare a livello locale preparati lenitivi a base di chiodi di garofano.

PREVENIRE LA STOMATITE AFTOSA

stomatite aftosa bambini - Studio Dentistico Motta Jones, Rossi & Associati

stomatite aftosa bambini – Studio Dentistico Motta Jones, Rossi & Associati

La prevenzione è molto importante per evitare l’insorgere di problemi come quello della stomatite. La corretta igiene orale tre volte al giorno, con uno spazzolino e un dentifricio di buona qualità, è il primo passo. Alla spazzolatura dei denti si aggiungono l’utilizzo di filo interdentale, collutori e la periodica ablazione del tartaro eseguita presso lo studio del dentista. Anche l’alimentazione, però, aiuta a prevenire le malattie del cavo orale. La salivazione infatti può cambiare molto in base alle proprie abitudini alimentari. Se in essa è presente un eccessivo contenuto di batteri, l’igiene orale può non essere sufficiente per rimuoverli. Seguire una dieta equilibrata, povera di grassi e ricca di vitamine, contribuisce a diminuire le possibilità che insorgano infiammazioni nella bocca.

Cosa mangiare quando si soffre di stomatite aftosa?

Tra le cause per la stomatite aftosa si annovera l’assunzione di alcuni alimenti come:

  • mandorle,
  • arachidi,
  • cereali,
  • cioccolato,
  • pomodori,
  • caffè,
  • uova,
  • fragole,
  • formaggio.

Quando la malattia è in fase acuta, è meglio evitare l’assunzione di alcolici, cibi molto piccanti, acidi, speziati e salati che possono irritare e aumentare l’infiammazione.
I cibi consigliati per superare al meglio le fasi acute della stomatite sono:

  • la frutta e la verdura fresche e di stagione, sia cotte che crude e accuratamente lavate. Tra questi, ad esempio, sono da preferire kiwi, broccoli e spinaci;
  • gli alimenti ricchi di vitamina C e vitamina B12 come carne e pesce, formaggi;
  • inoltre, sono utili alla guarigione i cibi che contengono molto ferro come asparagi, fagioli e spinaci e acido folico come lenticchie e ceci.

LA STOMATITE AFTOSA È CONTAGIOSA?

Se la stomatite deriva dalla presenza di una malattia virale può essere contagiosa. In questi casi è bene prendere alcuni accorgimenti per evitarne la trasmissione, soprattutto tra i bambini. Posate e stoviglie non andranno “scambiate” tra bambini e adulti e sarà opportuno lavarle dopo ogni utilizzo. I bambini molto piccoli hanno la consuetudine di mettere spesso le mani in bocca e qualcuno succhia il dito per abitudine. Nei giorni in cui è presente la malattia, sarebbe opportuno cercare di evitare il più possibile questi gesti e pulire frequentemente le mani dei piccoli. In alternativa, sarà utile evitare che scambino i loro giochi con altri bambini dopo averli toccati e pulirli quando avranno finito di usarli.

Pulpite

Pulpite dentale: cause, sintomi e rimedi

La pulpite è un’infiammazione della polpa dentaria, ossia la parte più interna del dente che ha molte terminazioni nervose, vasi sanguigni e tessuto connettivo. Questa infiammazione è una delle più comuni cause del mal di denti e compare spesso in seguito al formarsi di una carie dentaria. Tra i sintomi più frequenti c’è il dolore, che aumenta in corrispondenza con l’assunzione di cibi caldi o freddi e ricchi di zuccheri o con la masticazione. Se non si provvede immediatamente ad una cura per alleviare il dolore e far guarire l’infiammazione, il problema può degenerare in un processo necrotico del dente, cioè della morte della polpa dentale stessa. Solo in casi come questo si deve ricorrere alla devitalizzazione, oppure alla rimozione di una parte della polpa o all’estrazione dentale.

CAUSE DELLA PULPITE

La pulpite dentale si verifica frequentemente in conseguenza di una carie profonda. Il dente danneggiato dalla carie ha lo smalto e la dentina rammolliti. Le sostanze acide prodotte dai batteri demineralizzano lo smalto e la dentina. In questo modo, i batteri e le loro tossine raggiungono la polpa del dente che viene infettata e si infiamma. Le altre possibili cause della pulpite sono:

  • masticazione scorretta;
  • mancanza di igiene orale;
  • parodontite;
  • traumi dentali;
  • ripetuti interventi invasivi ai denti;
  • bruxismo;
  • malocclusioni dentali.

Anche un dente devitalizzato può essere soggetto alla pulpite se la cura canalare non è eseguita presso uno studio dentistico che garantisca la massima igiene e attenzione durante l’intervento. È meglio, inoltre, verificare che lo studio si avvalga della collaborazione di dentisti esperti in endodonzia.

PULPITE DENTALE: COME RICONOSCERLA

pulpite - Studio Dentistico Motta Jones, Rossi & Associati

pulpite – Studio Dentistico Motta Jones, Rossi & Associati

Quando insorge, la pulpite dentale inizialmente può essere priva di sintomi. I sintomi di questa infiammazione, anche nella sua fase acuta, possono essere confusi con altri problemi del cavo orale. Il mal di denti intenso ma non localizzato in un punto preciso, che sia continuo o intermittente è un primo segnale. Gli stimoli esterni come la masticazione, il caldo e il freddo peggiorano il dolore. Per individuare il problema che genera il mal di denti, in ogni caso, è necessario un controllo presso uno studio dentistico. In base all’esame del medico si potrà capire se si tratta di:

  • pulpite reversibile: quando l’infiammazione non è ancora grave e si può curare. Si riconosce dal fatto che il dolore non è sempre presente;
  • pulpite irreversibile: quando l’infiammazione della polpa si è aggravata e si verifica una necrosi della stessa. Si riconosce in presenza di forte dolore notturno e diurno e può essere anche purulenta.

COME SI CURA LA PULPITE

Ecco cosa fare in caso sia diagnosticata una pulpite dentale. Seguendo la terapia indicata dal dentista, molto probabilmente sarà necessario assumere dei farmaci per arrestare l’infiammazione ed evitare che peggiori e diventi acuta. A scopo antidolorifico sarà prescritto un analgesico per attenuare il fastidio. Un farmaco efficace per il trattamento del dolore non troppo intenso è il paracetamolo. A seconda dei casi, è anche indicata l’assunzione di un antibiotico per il controllo iniziale della pulpite.
Per eliminare la causa scatenante il dolore si dovrà effettuare un trattamento medico rimuovendo la carie la polpa del dente responsabile, effettuando di fatto una devitalizzazione.

Come prevenire l’insorgere della pulpite

Una corretta e costante igiene orale è sempre il primo passo nella prevenzione delle problematiche dentali di ogni genere. Lo stesso vale per la pulpite dentale. È importante ricordare alcune regole:

  • i denti vanno lavati tre volte al giorno;
  • lo spazzolino va sostituito ogni 3 mesi circa perché i batteri si accumulano fra le setole e queste, col tempo, si rovinano e graffiano la superficie del dente;
  • il dentifricio che contiene il fluoro è uno dei più utili nella prevenzione della pulpite perché rinforza lo smalto dei denti;
  • l’utilizzo frequente e prolungato di dentifrici che contengono sostanze che “sbiancano” i denti e sono abrasivi, invece, può rendere lo smalto più sottile;
  • l’uso del filo interdentale una volta al dì svolge una funzione importante perché permette di rimuovere accuratamente i residui di cibo che si incastrano tra le gengive;
  • il risciacquo con il collutorio antiplacca contribuisce a mantenere un’igiene ottimale della bocca.

Pulpite e mal di denti: quando controllarsi dal dentista?

La cura quotidiana dei denti parte dalla pulizia con lo spazzolino tradizionale o elettrico e il dentifricio più adatto alle proprie esigenze. Per eseguire correttamente tale pulizia è utile rivolgersi al proprio dentista di fiducia che, in base alle esigenze del paziente, consiglierà lo spazzolino migliore ed il dentifricio più adatto.
È bene farsi controllare periodicamente dal dentista per effettuare presso lo studio dentistico l’ablazione del tartaro completa per evitare l’insorgere di infiammazioni gengivale ed il conseguente mal di denti gengivale o carie. Soggetti particolarmente esposti a questi problemi possono fare una buona prevenzione grazie alle terapie indicate dal medico.

Assistenza Dentistica Continua - Studio Motta Rossi & Associati

Assistenza dentistica continua

A CHI SERVE L’ASSISTENZA DENTISTICA CONTINUA?

Si sente parlare spesso, per quanto riguarda la prevenzione dei problemi dei denti, di assistenza dentistica continua e di advanced dental care. Gli studi dentistici sottolineano a tal proposito l’importanza di queste due pratiche, finalizzate a non incorrere in rischi irreparabili per la dentatura del paziente. Possiamo fare alcuni esempi di casi in cui si rivela particolarmente utile mantenere una pratica abituale e costante di monitoraggi dei denti. Lo studio Motta Jones – Rossi & Associati ci tiene a rimarcare comunque che la prevenzione è sempre utile ed importante per tutti.

L’assistenza dentistica continua per i bambini

Nei bambini e nei pazienti in età di sviluppo, ricorrere a strumenti diagnostici e terapie dell’advanced dental care è fondamentale. Attraverso l’individuazione e la scelta immediata delle cure ortodontiche più mirate, si possono prevenire o ridurre notevolmente già dalla tenera età eventuali anomalie dell’apparato dentale, per tutelare la posizione ideale degli organi della masticazione. Nel caso di un moderno apparecchio correttivo, ad esempio, l’assistenza dentistica fornita dal proprio studio di fiducia si occuperà di monitorare costantemente lo sviluppo dell’apparato dentale del bambino e di modificare di volta in volta l’apparecchio.

Gli adulti e l’importanza dell’advanced dental care

Per quanto riguarda gli adulti, ci sono molte casistiche in cui prevenzione, assistenza dentistica continua e advanced dental care sono le armi vincenti per non incorrere nelle conseguenze sgradevoli di un problema dentale trascurato. Prendendo come esempio l’ascesso gengivale, è riscontrato che alcune persone hanno una predisposizione a svilupparlo. Chi ne soffre periodicamente, quindi, dovrà dedicare particolare cura all’igiene orale quotidiana e sarà necessario eseguire frequentemente l’ablazione del tartaro presso il proprio dentista.

QUAL È LA DIFFERENZA TRA ASSISTENZA DENTISTICA CONTINUA E ADVANCED DENTALE CARE?

  • Assistenza dentistica continua. Con questa definizione molti studi fanno riferimento alla loro possibilità di essere sempre a disposizione per ogni paziente nella diagnosi e cura delle problematiche dentali. Alcuni problemi dei denti, infatti, richiedono un lungo percorso di terapia da affrontare in più tappe ed in maniera continuativa nel tempo. Inoltre, in genere si include in maniera implicita in questa definizione un invito ad ogni paziente a non dimenticare l’importanza della prevenzione. La prima arma per evitare o curare in tempo e con le minime ritorsioni possibili le malattie dei denti, è recarsi frequentemente dal dentista per un controllo attento e costante.
  • Advanced dental care – ovvero “cure dentistiche avanzate”. È riferito, più nello specifico, al ricorso a quelle cure realizzate attraverso l’utilizzo di tecnologie e strumentazioni all’avanguardia nell’assistenza dentistica che lo studio offre ad ogni paziente. Per la diagnosi e la cura dei problemi dei denti e delle gengive l’advanced dental care è la soluzione migliore.

 

L’ASSISTENZA DENTISTICA CONTINUA ATTRAVERSO LE NUOVE TECNOLOGIE

Assistenza Dentistica Continua - Studio Motta Rossi & Associati

Lo studio dentistico Motta Jones – Rossi & Associati sceglie, per garantire ai suoi pazienti la migliore assistenza dentistica, strumentazione diagnostica di ultima generazione. Lo scopo è quello di individuare immediatamente e nella maniera meno invasiva le problematiche dei denti. Ad esempio, presso il nostro studio, utilizziamo moderni scanner intraorali nonché attrezzature radiologiche di alto livello che consentono di fornire precise spiegazioni ai pazienti riguardo alle cure da affrontare attraverso la radiologia tridimensionale.