ortodonzia-invisibile-morso-profondo - Studio Motta Jones, Rossi & Associati

Ortodonzia invisibile e morso profondo

Congresso SECIB Pamplona

Lavare i denti - Studio Motta Jones, Rossi & Associati

Quante volte al giorno si devono lavare i denti?

Noi dentisti ripetiamo sempre ai pazienti che, per mantenere una corretta igiene del cavo orale, è molto importante lavare i denti con una certa frequenza. L’abitudine ottimale sarebbe quella di lavarli dopo ogni pasto, ma ciò significherebbe, ad esempio, che una persona che segue una dieta articolata in 5 pasti al giorno dovrebbe lavare i denti 5 volte. Non tutti hanno l’abitudine di portare sempre con sé lo spazzolino tradizionale o elettrico, il dentifricio ed il filo interdentale. Inoltre, non sempre si ha la possibilità ed il tempo di fermarsi in una toilette dopo il pasto per provvedere alla pulizia dei denti. La regola, però è quella di lavare i denti almeno 3 volte al giorno.

PERCHÉ BISOGNA LAVARE I DENTI 3 VOLTE AL GIORNO?

Anche se di norma denti si dovrebbero lavare dopo ogni pasto, è importante comprendere che il processo di accumulo della placca si verifica indipendentemente dall’assunzione del cibo. In linea di massima, quindi, l’abitudine migliore da assumere è quella di provvedere alla pulizia dei denti almeno tre volte al giorno. La placca che si deposita attorno ai denti nell’arco della giornata dopo circa 8 ore comincia a calcificare e trasformarsi in tartaro. Quest’ultimo non si può rimuovere con lo spazzolino e richiede un trattamento di detartrasi. Per questo motivo si stima che il lavaggio dei denti ripetuto 3 volte nel corso della giornata, a distanza di circa 6 ore l’una dall’altra, contribuisce ad evitare la formazione del tartaro.

Chi deve lavare i denti più volte al giorno

I soggetti maggiormente predisposti alla formazione di carie dentali o che soffrono frequentemente di parodontite devono fare particolare attenzione alla pulizia quotidiana del cavo orale. Queste persone, in modo particolare, non dovrebbero far passare più di 8 ore tra un lavaggio dei denti e l’altro. In questi casi noi dentisti consigliamo anche di spazzolare i denti 4 volte al giorno:

  • la mattina, dopo colazione,
  • il pomeriggio, dopo aver pranzato,
  • la sera, subito dopo aver cenato,
  • di nuovo la sera, prima di andare a dormire.

Chi ha problemi particolari di placca, tartaro, carie o parodontite, dovrebbe recarsi presso lo studio dentistico di fiducia per la detartrasi almeno due volte l’anno e fino ad una volta ogni tre mesi. Questa routine, combinata alla corretta igiene dentale quotidiana, evitache si accumuli il tartaro tra denti e gengive.

LAVARE I DENTI TROPPO SPESSO FA MALE?

Lavare più volte al giorno i denti non fa male, ma se non si spazzolano in modo corretto possono verificarsi dei problemi. Quando lo spazzolamento è troppo energico ed il movimento viene effettuato in senso orizzontale, si può consumare lo smalto dei denti senza pulirli al meglio. Anche la scelta di uno spazzolino inadatto o con setole troppo dure può irritare le gengive. Se si effettua un movimento verticale dello spazzolino partendo dalla gengiva e proseguendo verso il dente si otterrà un risultato ottimale senza provocare danni. Non si devono dimenticare le superfici masticanti dei molari e dei premolari e la parte interna delle arcate dentali, che è molto importante anche se non visibile. Un’altra possibilità per lavare frequentemente i denti senza preoccupazioni è utilizzare lo spazzolino elettrico.

Lavare i denti - Studio Motta Jones, Rossi & Associati

Lavare i denti – Studio Motta Jones, Rossi & Associati

DOPO AVER MANGIATO, QUANTO SI DEVE ASPETTARE PRIMA DILAVARE I DENTI?

Molti pazienti ci chiedono se si debba calcolare un intervallo di tempo tra la fine del pasto e la pulizia dei denti. I pareri dei dentisti a riguardo non sono unanimi ma la maggior parte dei medici consiglia di spazzolare i denti appena alzati, prima di fare colazione. Il motivo è che durante la colazione molti consumano cibi o bevande contenenti sostanze acide, come il succo di arancia. Queste contribuiscono ad ammorbidire lo smalto dei denti e, se si spazzolano i denti nella mezz’ora successiva alla loro assunzione, si potrebbero indebolire. Tale principio vale in linea di massima per tutti i pasti della giornata, quindi si dovrebbero pulire i denti prima di consumare qualcosa di acido, e si dovrebbe eseguire uno sciacquo con dell’acqua dopo il pasto, per ripristinare in modo veloce il pH della bocca.

LAVARE I DENTI: ALTRI STRUMENTI OLTRE ALLO SPAZZOLINO

Stabilito quante volte è necessario spazzolare i denti per una pulizia ottimale delle arcate, non si deve dimenticare l’importanza degli altri strumenti utili per l’igiene orale. Oltre allo spazzolino o allo spazzolino elettrico, infatti, è importante usare almeno una volta al giorno:

Lavare i denti - Studio Motta Jones, Rossi & Associati

Lavare i denti – Studio Motta Jones, Rossi & Associati

  • lo scovolino, che aiuta a rimuovere i depositi di placca tra gli interstizi dentali;
  • il filo interdentale, in alternativa allo scovolino, per pulire le parti vuote tra i denti;
  • l’idropulsore, che sfrutta un getto d’acqua ad alta pressione utile soprattutto a chi porta l’apparecchio ortodontico o le protesi;
  • il collutorio, per disinfettare e rinfrescare la bocca.
dentizione nei neonati - Studio Motta Jones, Rossi & Associati

La dentizione nei neonati: come alleviare il dolore

Molti genitori si rivolgono al nostro studio dentistico a causa delle preoccupazioni sulla dentizione nei neonati. La formazione dei denti da latte ha inizio mentre il bambino è ancora nella pancia della mamma. L’eruzione dei primi dentini è una delle tappe fondamentali della crescita di ogni bambino, che può causare fastidio, febbre e dolore ed è importante sapere come affrontarla al meglio. Per ogni genitore vedere la prima puntina bianca che spunta dalla gengiva è un momento molto emozionante e spesso coincide con la fine di un periodo caratterizzato da pianti e forte irritabilità del neonato.

Il processo della dentizione si distingue nella comparsa della dentatura decidua  (formata dai denti da latte) e della dentatura permanente. La dentatura decidua è composta di 20 elementi dentari mentre la dentatura permanente è formata da 32 elementi dentari.

QUANDO AVVIENE LA DENTIZIONE NEI NEONATI?

Molti pazienti ci chiedono informazioni su come e quando spuntano i denti da latte. Solitamente l’eruzione dei denti si verifica intorno ai 6/8 mesi del bambino. I primi dentini che fuoriescono sono gli incisivi centrali inferiori e gli incisivi centrali superiori. Orientativamente, la dentizione del neonato segue quest’ordine:

  • 6 – 10 mesi di età, denti incisivi centrali inferiori;
  • 8 – 12 mesi di età, incisivo centrale superiore;
  • 8 -13 mesi di età, incisivo laterale superiore;
  • 10 – 16 mesi di età, denti incisivi laterali inferiori;
  • 13 -19 mesi di età, primo molare superiore;
  • 14 – 18 mesi di età, primo molare inferiore;
  • 16 – 22 mesi di età, denti canini superiori;
  • 17 – 23 mesi di età, denti canini inferiori;
  • 23 – 31 mesi di età, secondo molare inferiore;
  • 25 – 33 mesi di età, secondo molare superiore.

Denti decidui e denti permanenti

Quasi tutti i denti permanenti sostituiscono i denti decidui equivalenti. I molari permanenti, invece, non hanno un dente deciduo soprastante e i premolari permanenti erompono in sostituzione dei molari decidui. Tra i 6 anni e i 12 anni di età fuoriescono i denti permanenti e dai 17 ai 30 anni di età possono erompere i terzi molari, anche detti denti del giudizio, che possono anche rimanere sempre inclusi.

dentizione nei neonati - Studio Motta Jones, Rossi & Associati

dentizione nei neonati – Studio Motta Jones, Rossi & Associati

Come facilitare l’eruzione dei dentini

I genitori possono agevolare la fuoriuscita dei denti dando al bambino qualcosa da tenere tra le gengive e mordere, per stimolare l’eruzione dentale. A tale scopo si possono utilizzare i massaggiatori gengivali refrigerati, che si acquistano in farmacia o nei negozi che vendono prodotti per l’infanzia. Questi contribuiscono anche ad alleviare il fastidio alle gengive perché contengono un liquido refrigerante. In alternativa, anche la scorza di pane cotto a legna è adatta allo scopo e il suo sapore risulta più gradevole per il bambino. Una tecnica per alleviare il fastidio e stimolare l’eruzione dei denti è quella di massaggiare le gengive con gel specifici.

SINTOMI DELLA DENTIZIONE NEI NEONATI

Alcuni sintomi sono molto frequenti durante l’eruzione dei denti da latte. Il bambino inizia a manifestare il desiderio di succhiare e mordicchiare tutto ciò che capita a portata di mano. Ci sono bambini che provano solo un leggero fastidio, mentre altri avvertono un dolore che può anche causare risvegli notturni. L’intensità del dolore da dentizione nel neonato dipende anche da quali denti stanno spuntando e dalla sensibilità delle diverse aree della bocca.

Nei giorni che precedono la fuoriuscita dei denti, le gengive solitamente appaiono gonfie e livide ma questo non dovrebbe essere motivo di particolari preoccupazioni. Se entro qualche settimana l’ematoma non si riassorbe, però, è consigliabile eseguire un controllo dal pedodontista.

Anche la salivazione del neonato può aumentare e può salire qualche linea di febbre, non superiore ai 37 gradi e mezzo. Alcuni bambini manifestano calo di appetito, irritabilità e soffrono di diarrea e cacca acida.

dentizione nei neonati - Studio Motta Jones, Rossi & Associati

dentizione nei neonati – Studio Motta Jones, Rossi & Associati

COME ALLEVIARE I FASTIDI DELLA DENTIZIONE NEI NEONATI

I pedodontisti del nostro Studio consigliano ai genitori dei bambini (vedi articolo) che provano molto dolore durante la dentizione alcuni farmaci per alleviare il fastidio. In genere suggeriamo di ricorrere alla terapia farmacologica quando il bambino è soggetto a frequenti pianti isterici e si sveglia spesso di notte urlando. Anche il pediatra può provvedere a prescrivere al bambino i tempi di somministrazione e la dose esatta di farmaci analgesici, in genere la Tachipirina, in base al peso.

Si possono anche massaggiare delicatamente le gengive con olio di oliva, con dei gel specifici, con un balsamo calmante oppure con prodotti a base di miele.

come proteggere lo smalto dei denti - Studio Motta Jones, Rossi & Associati

Proteggere lo smalto dei denti

Sapere come proteggere lo smalto dei denti è molto utile per prevenire diversi problemi e patologie dentali. Molti pazienti del nostro studio dentistico a Milano si rivolgono a noi per prevenire o curare questo problema dei denti piuttosto diffuso. Lo smalto dentale è lo strato più superficiale dei denti e ha la funzione di proteggerli dall’usura e dall’attacco di agenti esterni. Alcune cattive abitudini e l’avanzare dell’età possono danneggiare lo smalto, rallentando il suo ruolo di difesa del dente fino ad impedirlo del tutto. L’abrasione dentale può interessare, in alcuni casi, soprattutto la superficie masticatoria e quella esterna dei denti, che si trova a livello dei colletti.

come proteggere lo smalto dei denti - Studio Motta Jones, Rossi & Associati

come proteggere lo smalto dei denti – Studio Motta Jones, Rossi & Associati

PRINCIPALI CAUSE DELL’USURA DELLO SMALTO DEI DENTI

Le cause dell’erosione dello smalto dei denti possono essere diverse, ma in generale questo fenomeno dipende dalla presenza di sostanze acide nel cavo orale. Queste aggrediscono la superficie esterna dei denti e provocano delle lesioni. Sono particolarmente soggetti a questo tipo di problemi:

  • pazienti con forte acidità del cavo orale, come nel caso di chi soffre di reflusso gastro-esofageo;
  • pazienti che soffrono di frequenti episodi di vomito, come chi è affetto da reflusso gastro-esofageo o soffre di bulimia;
  • persone che abusano del consumo di alimenti particolarmente acidi, come gli agrumi;
  • pazienti che soffrono di bruxismo e digrignano i denti durante la notte;
  • persone che soffrono di carie.

SINTOMI DELL’EROSIONE DELLO SMALTO DENTALE E CONSEGUENZE

I primi segni del consumo dello smalto dei denti sono:

  • variazione del colore dei denti, tendente al giallo;
  • variazione della forma dei denti che appaiono più corti;
  • smalto trasparente lungo i bordi della dentatura.

Le conseguenze dell’usura dello smalto dentale non sono unicamente di natura estetica. I pazienti che ne soffrono avvertono un aumento della sensibilità dentale, poiché la polpa scoperta è maggiormente esposta agli stimoli termici. Inoltre, i denti privati di smalto sono più a rischio di contaminazione batterica e questo può dare luogo ad altre malattie del cavo orale.

Individuare quanto prima, insieme al dentista, le cause dell’erosione dentale è molto importante per comprendere immediatamente come proteggere lo smalto dei denti dall’usura. In questi casi intervenire tempestivamente e cambiare i comportamenti che portano all’erosione è fondamentale per evitare di incorrere in eventuali fratture o scheggiature del dente.

Lo smalto dentale e il colore dei denti

Molti credono erroneamente che lo smalto superficiale sia l’elemento che determina il colore dei denti. In realtà questo è traslucido e lascia, quindi, trasparire il colore della dentina sottostante. Questa può avere sfumature che vanno dal giallo al grigio ed è la vera responsabile della colorazione dei denti.

RIMEDI PER PROTEGGERE LO SMALTO DEI DENTI DALL’EROSIONE

Ai pazienti che si rivolgono al nostro studio di dentisti per sapere come proteggere lo smalto dei denti dall’usura, consigliamo di partire insieme dall’individuazione della causa del problema. Dopo aver identificato l’origine dell’abrasione dei denti, si stabilisce la terapia da seguire per limitare o eliminare il problema dell’erosione dentale. Alcuni tipici rimedi attuati da noi dentisti sono:

  • la correzione della dieta del paziente;
  • il miglioramento della tecnica di spazzolamento;
  • la correzione dell’uso di dentifrici troppo abrasivi, come quelli sbiancanti;
  • la prescrizione di collutori che tamponano l’acidità per pazienti bulimici o affetti da reflusso;
  • l’applicazione di faccette dentali in ceramica, in caso di denti ancora non eccessivamente compromessi;
  • l’applicazione di protesi dentarie come la corona dentaria o capsula dentale, in caso di denti già molto compromessi.
come proteggere lo smalto dei denti - Studio Motta Jones, Rossi & Associati

come proteggere lo smalto dei denti – Studio Motta Jones, Rossi & Associati

Tecnologie e materiali innovativi per la cura dell’erosione dello smalto dentale

Le cure per l’erosione dello smalto dentale beneficiano delle nuove tecnologie applicate alle terapie dentali e della diffusione dell’utilizzo di nuovi materiali molto resistenti, come il disilicato di litio. Grazie a queste, oggi è possibile rivestire i denti senza limarli. Evitare di sottrarre tessuto dentario sano è molto vantaggioso e non comporta la devitalizzazione degli elementi dentari.

Proteggere lo smalto dei denti: come lavarli correttamente

Come prevenire ed evitare che lo smalto dei denti si consumi a causa di uno spazzolamento scorretto e dell’uso di prodotti per l’igiene orale inadeguati? È molto importante imparare a seguire quotidianamente alcune indicazioni sulla pulizia dei denti quotidiana. Molte persone eseguono, ad esempio, lo spazzolamento dei denti con un movimento orizzontale. La superficie dentale, invece, va spazzolata seguendo un movimento verticale, che parte dalla gengiva e prosegue verso l’estremità del dente. Questa va eseguita senza applicare troppa forza e preferibilmente utilizzando uno spazzolino con setole morbide.

LE CARIE CAUSANO L’USURA DELLO SMALTO DEI DENTI?

Chi soffre di carie, spesso è soggetto anche al problema dell’erosione dello smalto dentale. Lo streptococco mutans, batterio responsabile della formazione delle carie, si ciba di carboidrati e rilascia un acido che corrode lo smalto. Anche in questo caso è fondamentale eseguire un’accurata igiene orale dopo ogni pasto, per evitare che con il tempo l’acido consumi sempre di più lo smalto. Questo permetterebbe il passaggio dei batteri verso le parti più interne del dente, rischiando di compromettere anche la dentina e la polpa.

I frequenti controlli dal dentista sono necessari a diagnosticare in tempo utile sia la presenza di carie che l’eventuale inizio di erosione dentale. Accorgersi autonomamente del processo carioso che interessa solo lo smalto è piuttosto difficile, poiché quest’ultimo è privo di terminazioni nervose. Il dentista può facilmente riconoscere la presenza di carie anche quando sono ancora asintomatiche.

paura del dentista nei bambini - Studio Motta Jones, Rossi & Associati

Come risolvere il problema della paura del dentista nei bambini?

La paura del dentista nei bambini è molto comune. Gli esperti pedodontisti del nostro Studio, specializzati nel lavoro con i bambini, sanno bene che i piccoli hanno la tendenza a rivivere fisicamente un trauma che hanno vissuto in passato.

L’odontofobia è uno dei motivi principali per cui gli Italiani, anche adulti, non vanno dal dentista. Si parla di:

  • ansia, quando recarsi dal dentista è un momento di disagio, inquietudine e leggera paura;
  • fobia, quando si soffre di una paura irrefrenabile, che ha come conseguenza altri disturbi fisici e psicosomatici.

I bambini che soffrono di odontofobia si fanno prendere dal panico quando devono recarsi dal dentista e diventa molto difficile convincerli ad affrontare visite di controllo e cure. Vediamo quali sono alcuni accorgimenti utili per i genitori e per i dentisti e quali sono i nuovi rimedi alla paura del dentista.

QUAL È LA PRINCIPALE CAUSA DELLA PAURA DEL DENTISTA NEI BAMBINI?

paura del dentista nei bambini - Studio Motta Jones, Rossi & Associati

paura del dentista nei bambini – Studio Motta Jones, Rossi & Associati

In genere il motivo scatenante del terrore del dentista è un’esperienza traumatica vissuta precedentemente. Talvolta basta il brutto ricordo legato ad una precedente visita che ha provocato fastidio o dolore, ad una cura o a un intervento ai denti. In base alla reazione dei pazienti più piccoli nei confronti della visita dentistica, si distinguono:

  • i bambini collaboranti,
  • i bambini privi di capacità di collaborazione,
  • i bambini potenzialmente collaboranti.

I medici dentisti del nostro team sono particolarmente attenti a mettere a loro agio i pazienti più piccoli. La nostra esperienza con i bambini ci ha insegnato che non è corretto tenerli all’oscuro di ciò che si sta per fare durante la visita. È molto importante utilizzare i termini giusti durante la spiegazione e rendere tutto meno “spaventoso”. Ad esempio, il trapano si potrà chiamare “pulitore speciale” e la siringa diventerà il “tubicino magico”.

Tecniche per superare la paura del dentista nei bambini

Molti bambini hanno paura del dentista a causa della puntura dell’ago necessaria a fare l’anestesia. L’anestesia è consigliata in alcuni trattamenti dentistici ai bambini, proprio per evitare che sentano dolore. Per questo motivo, in alcuni casi, si ricorre all’anestesia senza ago e alla sedazione cosciente. Questa consiste in una tecnica per aiutare il paziente a rilassarsi e renderlo in grado di controllare il dolore. Tale procedimento è molto delicato ed è sempre consigliata la presenza dell’anestesista.

Esistono delle tecniche ipnotiche che ricorrono al linguaggio, volte a concentrare al massimo l’attenzione del bambino sulla voce del medico.

COSA DEVONO FARE I GENITORI DI BAMBINI CHE HANNO PAURA DEL DENTISTA?

Il comportamento dei genitori contribuisce notevolmente ad attenuare la paura del dentista nei bambini. Il loro atteggiamento può influenzarli in modo positivo e aiutarli a tranquillizzarsi. Se si descrive il dentista come un medico che fa qualcosa di doloroso, si rischia di insinuare la paura prima di arrivare allo studio dentistico. Anche esagerare nel voler rassicurare il bambino prima di arrivare può risultare sospetto ed insolito. Se non si crea un clima di serenità prima della visita e la tensione sale nel bambino, anche un piccolo fastidio può essere vissuto come un dramma. L’ideale sarebbe presentare la visita dal dentista come un momento di routine, magari anche “giocando” col piccolo, che potrà vincere un premio finale. Quando ci sono un fratellino o una sorellina minore che non hanno questo tipo di paura, può essere utile mostrare al bambino più grande che loro si sottopongono serenamente alle visite.

Il cinema e la paura del dentista nei bambini

L’odontofobia infantile spesso nasce dalle immagini viste nei film, in cui gli studi dentistici sono rappresentati in un’accezione negativa. Anche i cartoni animati e film d’animazione più seguiti dai bambini descrivono occasionalmente le cure dentistiche come un momento particolarmente spiacevole. I genitori di bambini che soffrono di odontofobia possono non essersi accorti di queste scene presenti in alcuni film. Una volta individuato il problema nei piccoli, sarà necessario evitare di mostrar loro di nuovo queste scene e tutelarli il più possibile.

L’ODONTOFOBIA NEGLI ADULTI E NEI BAMBINI

L’odontofobia è riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come una malattia ed è stata inserita nell’International Classification of Disease (oppure in italiano) tra le fobie specifiche (OMS, 1996). Chi soffre di odontofobia manifesta paura verso tutto ciò che si può associare al dentista. I sintomi più comuni sono:

  • tachicardia,
  • sudorazione,
  • attacchi di panico.

Chi è affetto da questa malattia, generalmente comincia a manifestare il problema sin dall’infanzia. Un fattore importante per superare il problema è informarsi accuratamente sui trattamenti che il dentista effettuerà ai denti, perché il paziente odontofobico è spaventato maggiormente da ciò che non conosce. Quando il problema riguarda un bambino, l’approccio del dentista si basa su un atteggiamento amichevole, informale e positivo, comprensivo ed indirizzato verso il gioco. Questo deve portare alla graduale conquista della fiducia del piccolo.

costo-radiografia - Studio Motta Jones, Rossi e Associati

Qual è il costo della radiografia ai denti?

Conoscere il costo della radiografia ai denti è una preoccupazione di molti quando si ha la necessità di effettuare esami e verifiche periodiche della propria dentatura. Effettuare radiografie ai denti è una manovra spesso indispensabile per poter eseguire una diagnosi corretta e pianificare le cure più idonee. Infatti, tramite una radiografia ben eseguita, è possibile vedere le strutture del corpo, altrimenti impossibili da visualizzare ad occhio nudo. Le radiografie vengono anche chiamate lastre. Questa denominazione ha una storia antica e risale a quando le prime radiografie erano fabbricate su supporto rappresentato da una vera e propria lastra in vetro su cui erano stratificati i materiali chimici necessari.

Oggi, quasi tutti gli esami radiografici vengono eseguiti tramite sensori che permettono la gestione e visualizzazione in formato digitale. I dentisti eseguono diverse tipologie di radiografie ed è importante mettere in conto che questo tipo di esame ha dei costi, sia economici che biologici.

IL COSTO DELLA RADIOGRAFIA AI DENTI VARIA IN BASE ALLA TIPOLOGIA

Le radiografie che vengono effettuate più comunemente dal dentista sono la radiografia panoramica delle arcate dentali e la radiografia endorale o periapicale. La radiografia panoramica o ortopantomografia permette di visualizzare tutta la bocca del paziente ed anche diverse strutture ossee limitrofe. Come dice il termine stesso, offre una panoramica della condizione orale del paziente, ma non consente di scendere nei particolari. Con l’ortopantomografia è possibile eseguire diagnosi di patologie di dimensioni consistenti.

Per poter visualizzare problematiche più localizzate e di dimensioni più ridotte è necessario eseguire le radiografie endorali o periapicali. In questo tipo di esame si visualizzano lesioni di dimensioni più ridotte come piccoli granulomi, carie di piccole o medie dimensioni, piccoli ascessi. Altre tipologie più specifiche di radiografie come la teleradiografia e la tomografia assiale computerizzata (TAC) vengono utilizzate per scopi ortodontici o chirurgici.

FATTORI CHE INFLUISCONO SUL COSTO DELLA RADIOGRAFIA AI DENTI

I costi di un esame radiografico sono essenzialmente di due tipi: costi biologici e costi economici. Il costo biologico è legato al potenziale danno che i raggi X possono provocare ai tessuti. Il costo economico è invece legato al costo delle apparecchiature ed al loro funzionamento. I vantaggi delle attuali apparecchiature radiografiche digitali sono la comodità, la precisione e la necessità di usare una dose minore di raggi X. Il loro costo d’acquisto e di manutenzione, però, supera di gran lunga quello dei sistemi radiografici di una volta. La buona notizia per il paziente è che nonostante quanto appena descritto, il costo economico delle radiografie al paziente non è aumentato in maniera proporzionale. Inoltre, il prezzo dell’esame può variare sensibilmente anche in base al tipo di studio dove si esegue l’esame, se è privato oppure in convenzione ed in base alla complessità delle problematiche dentali.

Differenze tra i vari tipi di radiografie ai denti.

costo-radiografia - Studio Motta Jones, Rossi e Associati

costo-radiografia – Studio Motta Jones, Rossi e Associati

Per comprendere la variabilità del costo della radiografia ai denti, si devono tenere in considerazione alcune specifiche caratteristiche degli esami. Le radiografie endorali si possono realizzare con macchinari diversi a seconda del tipo di tecnologia che lo studio dentistico ha deciso di adottare. Si tratta comunque di sistemi che hanno dei costi di diverse migliaia di euro. Le radiografie che si ottengono sono rappresentate da un file digitale e permettono di visualizzare 3 o 4 denti con un’emissione minima di radiazioni. La radiografia viene acquisita da un sensore e viene visualizzata tramite computer su un monitor. L’opportuna elaborazione consente anche di vedere dettagli che prima era impensabile visualizzare. Per le ortopantomografie e le TAC si utilizzano macchinari di ultima generazione che forniscono immagini digitali di precisione elevata. Le TAC che fanno uso di tecnologia Cone Beam consentono anche una ricostruzione in 3D della struttura che si vuole esaminare.

PERCHÉ NON SI PUÒ PREVENTIVARE CON CERTEZZA IL COSTO DELLA RADIOGRAFIA AI DENTI

Lo studio dentistico non è un centro radiologico e le lastre e le radiografie di vario tipo sono effettuate in funzione delle terapie stabilite dal dentista di uno studio per ciascun paziente. In generale, lo studio dentistico non può “vendere” l’esame diagnostico ed il relativo referto. È infatti obbligatorio che il referto sia eseguito da uno specialista radiologo. Presso gli studi dentistici di solito non è presente la figura professionale del radiologo, per questa ragione non è possibile stimare in anticipo dei costi “di massima” per questo esame.

QUANDO È NECESSARIO ESEGUIRE UNA RADIOGRAFIA AI DENTI?

Solitamente, si ricorre alla radiografia ai denti:

costo-radiografia - Studio Motta Jones, Rossi e Associati

costo-radiografia – Studio Motta Jones, Rossi e Associati

  • in presenza di una malattia del seno mascellare;
  • in caso di carie;
  • in presenza di inclusione dentale;
  • in caso di sialolitiasi;
  • in presenza di un granuloma apicale;
  • in presenza di anomalie facciali;
  • quando vi è una carie primaria di grandi dimensioni;
  • in caso di denti soprannumerari;
  • se il paziente ha delle fratture della mandibola;
  • per una valutazione delle condizioni del cavo orale, prima di un intervento chirurgico;
  • per eseguire dei controlli periodici nel tempo.
come-curare-le-afte-della-bocca - Studio Motta Jones, Rossi e Associati

Come curare le afte della bocca: ecco le cause e i rimedi comuni

Chi soffre di stomatite aftosa ricorrente cerca spesso informazioni su come curare le afte della bocca. La patologia che porta alla frequente comparsa di afte all’interno del cavo orale è molto fastidiosa al punto, in alcuni casi, da rendere difficoltoso anche mangiare. Sebbene non si tratti di una malattia grave, quasi tutti ne hanno sofferto almeno una volta nella vita. Conoscere le cause ed i rimedi principali potrà aiutare a ridurre il verificarsi del problema e ad accelerarne la soluzione.

COSA SONO LE AFTE?

Per comprendere come curare le afte della bocca risulta utile innanzi tutto capire cosa sono e come riconoscerle. Si tratta di ulcere di piccole dimensioni che compaiono a livello superficiale sui tessuti molli della mucosa orale. Alcune parti della bocca dove si presentano comunemente sono:

  • all’interno delle guance,
  • nelle labbra,
  • sulla lingua,
  • alla base delle gengive.

 

come-curare-le-afte-della-bocca - Studio Motta Jones, Rossi e Associati

come-curare-le-afte-della-bocca – Studio Motta Jones, Rossi e Associati

Le afte somigliano a delle bolle ed hanno una forma tondeggiante. All’inizio possono essere solo delle piccole puntine e poi crescono di dimensioni. Solitamente hanno una circonferenza di massimo 3 o 4 millimetri. Il colore delle afte è bianco giallastro e sono circondate da un alone rosso. Nella maggior parte dei casi queste bolle guariscono da sole in una settimana circa.

PRINCIPALI CAUSE DELLE AFTE DELLA BOCCA

La medicina non è ancora in grado di stabilire con esattezza quali siano le cause della comparsa delle afte nel cavo orale. Si è registrata, però, una coincidenza del manifestarsi della patologia in concomitanza con altri problemi. Alcuni fattori scatenanti sembrerebbero essere:

  • la febbre;
  • l’abbassamento delle difese immunitarie;
  • la cattiva nutrizione;
  • le allergie e le intolleranze alimentari;
  • la mancanza di ferro o vitamine;
  • traumi subiti a livello locale, ad esempio in un periodo in cui si effettuano particolari cure dei denti;
  • periodi di forte stress e stanchezza;
  • alterazioni ormonali.

SINTOMI DELLA STOMATITE AFTOSA: ECCO COME RICONOSCERE LE AFTE

Se avete ormai chiaro come curare le afte della bocca perché ne soffrite con ricorrenza, è importante non confonderle con altri problemi del cavo orale. Alcuni sintomi aiutano a riconoscerle facilmente e a distinguerle da patologie differenti. Solitamente, prima ancora che compaia la bolla, si avverte sul tessuto molle una sensazione di bruciore. In seguito si forma l’ulcera che fa male soprattutto al contatto con cibo, posate o altro. Dopo qualche giorno dai primi sintomi e prima della scomparsa dell’afta, il dolore è presente anche se non si tocca la parte interessata. Quando le bolle si trovano dietro la lingua, sul pavimento della bocca e dove ci sono inserzioni muscolari, possono causare un’alterazione della motilità della lingua e difficoltà a deglutire. Può anche capitare che la stomatite aftosa porti ad un gonfiore dei linfonodi laterocervicali. A differenza delle vesciche causate dall’herpes, le afte non sono contagiose.

COME CURARE LE AFTE DELLA BOCCA DA SOLI

Come per la maggior parte delle patologie e dei problemi del cavo orale, una corretta igiene orale ed uno stile di vita sano possono aiutare a prevenire l’insorgenza del problema. Non esistono, però, terapie specifiche che garantiscano a chi soffre di stomatite aftosa di prevenire la ricomparsa delle afte. Per alleviare e curare la patologia, si ricorre a terapie topiche. Le più comuni consistono nell’applicazione a livello locale di gel o pomate lenitivi e talvolta contenenti principi antibiotici.

Curare le afte della bocca con rimedi naturali

Ci sono diversi rimedi naturali che vengono utilizzati per attenuare il fastidio ed agevolare la guarigione delle afte. Tra i più comuni ed efficaci ci sono:

  • l’assunzione di fermenti lattici, utili nei casi in cui la comparsa di afte sia conseguente a squilibri intestinali;
  • applicazione di aloe vera, nota per le proprietà lenitive, rinfrescanti e rigeneranti;
  • applicazione di propoli, nota per le proprietà anestetiche ed antinfiammatorie;
  • applicazione di ghiaccio;
  • assunzione di liquirizia da tenere in bocca per sfruttarne le proprietà antinfiammatorie;
  • applicazione di argilla verde, nota per le proprietà antinfiammatorie e purificanti.
Bruxismo - Studio Motta Jones, Rossi & Associati

Bruxismo: ricostruire i denti per rimediare ai danni del digrignamento

Per chi soffre di bruxismo, ricostruire i denti può essere una delle soluzioni estreme in caso non si riesca ad arrestare il problema per tempo. La patologia che fa serrare la mandibola con eccessiva forza e digrignare i denti, soprattutto durante la notte, porta diverse conseguenze alla salute. Una delle più evidenti è il fatto che lo smalto dentale si consuma eccessivamente, fino alla comparsa di fratture ai denti. Il digrignamento è un’azione involontaria e di solito il paziente non si accorge di avere tale problema finché non si manifestano problemi ai denti. Esistono però altri sintomi che, se indagati per tempo, possono permettere a chi ne è affetto di intervenire prima che i denti subiscano danni seri.

Bruxismo - Studio Motta Jones, Rossi & Associati

Bruxismo – Studio Motta Jones, Rossi & Associati

CONSEGUENZE DEL BRUXISMO: QUANDO RICOSTRUIRE I DENTI?

Con il tempo, digrignare i denti può portare conseguenze gravi alla loro salute. Il continuo sfregamento dei denti è ciò che provoca i danni allo smalto. Poiché in tal modo la dentina rimane esposta, si avvertirà anche l’aumento della sensibilità dentale al caldo e al freddo.

Quando si serra la mandibola con molta forza durante il sonno, se i denti sono già molto consumati, si possono inoltre verificare delle piccole fratture. I dentisti ricorrono alla ricostruzione quando lo smalto dentale del paziente ha ormai subito gravi danni. Grazie alla ricostruzione, si recupera la funzionalità dei denti e si ottiene un miglioramento estetico.

SOLUZIONI AI DANNI DEL BRUXISMO PER RICOSTRUIRE I DENTI

Per rimediare ai danni dello smalto dentale causati dal bruxismo è necessario ricorrere alle protesi dentarie. Le più utilizzate in caso di danni meno gravi sono le faccette dentali e gli intarsi. Grazie a questi, si ripristinano la forma e la colorazione naturale della dentatura. In alternativa, si può effettuare una ricostruzione con resina composita, inserita direttamente sui denti, modellandone la forma e indurendola per mezzo di una particolare luce. Utilizzare un bite o delle mascherine a seguito della ricostruzione diventa indispensabile per evitare danni alle protesi.

Cause e sintomi del bruxismo

Esistono diversi fattori riconosciuti come possibili cause del digrignamento dei denti, come:

  • disturbi del sonno,
  • malocclusione dentale,
  • stress,
  • assunzione di alcuni farmaci,
  • malattie neurologiche,
  • uso di droghe,
  • consumo eccessivo di alcolici.

Alcuni segnali non andrebbero trascurati perché possono indicare al paziente di essere affetto da questa patologia. Quando si digrignano i denti ci si sveglia tendenzialmente con i muscoli della faccia indolenziti. I denti che hanno subito l’abrasione dello smalto presentano in genere un colore giallastro e sono più corti della norma. L’erosione della parte distale, infatti, degenera in un progressivo rimpicciolimento dei denti. Anche i dolori alla cervicale ed i mal di testa frequenti al risveglio possono indicare che si soffre di bruxismo. Inoltre, chi digrigna i denti può avere problemi ad aprire completamente la bocca e a deglutire.

PREVENIRE I DANNI DEL BRUXISMO E LA RICOSTRUZIONE DEI DENTI

Se il bruxismo viene diagnosticato in tempo, è possibile salvaguardare la salute dei denti del paziente grazie all’uso del bite. Questa mascherina, realizzata sulle impronte dentali, impedisce alle arcate di entrare in contatto tra di loro quando si serra la bocca. Con il bite è possibile evitare l’usura dello smalto ed alleviare la tensione muscolare, migliorando anche la qualità del sonno del paziente. Questi apparecchi in gomma dura o morbida ricalcano la dentatura e si devono indossare durante tutta la notte.

Bite - Studio Motta Jones, Rossi & Associati

Bite – Studio Motta Jones, Rossi & Associati

È utile, inoltre, provare a migliorare il proprio stile di vita per evitare lo stress che porta a digrignare i denti e correggere l’eventuale malocclusione.