Apnea Notturna - Studio Motta Jones - Rossi - Associati

Apnea notturna: rischi, sintomi e rimedi

La sindrome dell’apnea notturna: di cosa si tratta?

Non è raro sentir parlare di apnea notturna: un fenomeno piuttosto frequente che può riguardare bambini e adulti. Come si può facilmente intuire dal nome, le apnee notturne causano l’interruzione – che può durare da qualche secondo a pochi minuti – o il rallentamento eccessivo della respirazione durante il sonno, una o più volte a notte (possono essere anche più di 30 in un’ora) a seconda della gravità della sindrome. Quando si è svegli l’aria fluisce nei polmoni grazie al sostegno dei muscoli del collo che tengono aperte le vie respiratorie e che, mentre si dorme, si rilassano causando un lieve restringimento delle stesse, senza per questo impedire all’aria di entrare e uscire. Se si soffre di apnee notturne, invece, le vie respiratorie possono rimanere ostruite. Durante queste apnee, generalmente, si passa da una fase di sonno profondo ad un’altra di sonno leggero e in seguito la respirazione torna ad essere regolare, qualche volta accompagnata dal forte russare.

Come si fa a sapere se si soffre di apnea notturna?

Statisticamente, gli uomini sono più a rischio delle donne per quanto riguarda questa patologia ma il “diretto interessato”, in genere, non ha modo di accorgersi di essere affetto dalla sindrome dell’apnea notturna, soprattutto se vive da solo: l’unico segnale di cui può rendersi conto è la sonnolenza ripetuta durante il giorno, ma spesso si finisce per attribuirla ad altri fattori. Normalmente sono le persone che dormono insieme al paziente oppure chi lo osserva e ascolta durante il sonno – come nel caso di un bambino – ad accorgersi di qualche sintomo. Non esistono esami del sangue che possano diagnosticare questa sindrome, quindi è importante valutare insieme al medico i “segnali” durante un periodo di osservazione. Si esamineranno gli eventuali precedenti di apnea in famiglia e si verificherà la presenza di gonfiori o ingrossamenti dei tessuti nella bocca, nel naso e nella gola. La cattiva qualità del sonno di chi soffre di apnea notturna può causare il rilascio degli ormoni dello stress che fanno aumentare la frequenza cardiaca e questo può essere uno dei fattori d’allarme per identificare la malattia. Uno dei sintomi più frequenti delle apnee notturne è il continuo e forte russamento che, se interrotto da pause, è seguito da un ansimare o boccheggiare del paziente; il russamento di solito è più forte quando si dorme supini. Ma attenzione: russare non significa necessariamente soffrire di apnee notturne!

Di fronte alla possibile diagnosi di apnea notturna, si può effettuare la polisonnografia in ospedale o in una clinica specializzata oppure si può ricorrere ad un monitor portatile a domicilio, per registrare l’attività cerebrale, i movimenti oculari, il battito cardiaco e la pressione.

Le diverse tipologie e cause dell’apnea notturna

A seconda di come si verifica il fenomeno dell’apnea notturna durante il sonno, sono state classificate due tipologie:

  • si parla di apnea ostruttiva se le vie respiratorie si ostruiscono oppure collassano e l’aria che attraversa l’ostruzione provoca forte russamento. È particolarmente frequente nelle persone in sovrappeso e nei bambini con tonsille ingrossate;
  • meno frequente l’apnea centrale, causata dalla mancanza di “invio” dei segnali corretti da parte della zona del cervello che controlla la respirazione ai muscoli che partecipano alla sua attivazione, diffusa ad esempio tra chi fa uso continuo di certe tipologie di farmaci.

Le vie respiratorie di chi soffre di apnea notturna restano del tutto o parzialmente ostruite perché:

  • i muscoli del collo e la lingua si rilassano troppo;
  • la lingua e le tonsille sono di dimensioni eccessive rispetto all’ampiezza delle vie respiratorie;
  • l’adipe in eccesso di un soggetto in sovrappeso può far ispessire le pareti della trachea;
  • la particolare struttura ossea di testa e collo provoca il restringimento delle vie respiratorie;
  • l’età avanzata del paziente causa una diminuzione della capacità degli impulsi nervosi di mantenere rigidi i muscoli del collo durante il sonno.

Quali rischi corre chi soffre di apnea notturna?

L’apnea notturna può alterare il metabolismo contribuendo alla possibilità di andare incontro ad obesità e diabete. Se le vie respiratorie sono parzialmente o totalmente occluse durante il sonno, i polmoni non ricevono la quantità d’aria necessaria, quindi si può verificare anche un abbassamento repentino del livello di ossigeno nel sangue; il cervello inizierà a “disturbare” il sonno per cercare di irrigidire i muscoli delle vie aeree superiori e di tenere aperta la trachea. Ne può derivare un aumento della frequenza cardiaca, aritmie o anomalie del battito fino all’insufficienza cardiaca e conseguente rischio di ipertensione, infarto, ictus. La mancanza di sonno può portare ad incidenti sul lavoro o alla guida di veicoli.
Alcuni dei sintomi “campanello d’allarme” sono al contempo delle conseguenze fastidiose di questa patologia come:

  • mal di testa frequenti la mattina;
  • problemi di memoria, apprendimento e concentrazione;
  • irritabilità, depressione, sbalzi d’umore;
  • necessità di alzarsi frequentemente la notte per urinare;
  • sensazione di bocca asciutta o mal di gola al risveglio.

La cura dell’apnea notturna

Nella maggior parte dei casi per eliminare il fenomeno delle apnee notturne, si consiglia innanzitutto di modificare alcune cattive abitudini e lo stile di vita. Alcuni esempi sono:

  • abolire il fumo
  • ridurre o abolire il consumo di alcol e sostituire i farmaci che provocano sonnolenza
  • dimagrire in caso di sovrappeso
  • abituarsi a prendere sonno stando sdraiati su un fianco invece che supini, eventualmente anche con l’aiuto di cuscini
  • valutare il ricorso a spray nasali o farmaci contro le allergie, per migliorare la respirazione

Il dentista o l’ortodontista possono realizzare un apparecchio su misura per rimettere in posizione la mandibola e la lingua e tenere aperte le vie respiratorie mentre si dorme, soprattutto nei casi di apnea notturna lieve.
Quando questi accorgimenti non bastano, la terapia più comune per curare l’apnea notturna è quella con il ventilatore a pressione positiva continua (CPAP), uno strumento che crea una lieve pressione d’aria per tenere aperte le vie respiratorie mentre si dorme. Questo ventilatore deve essere regolato le prime volte dal personale qualificato: il flusso d’aria dell’apparecchiatura viene modificato in base alle necessità del paziente.
Esiste anche la possibilità di ricorrere ad un intervento chirurgico per allargare le vie respiratorie, rimuovendo o restringendo i tessuti in eccesso nella cavità orale, oppure risistemando la mandibola. La rimozione delle tonsille, invece, può risultare idonea nei bambini in cui queste sono responsabili di ostacolare la respirazione.